giovedì 1 dicembre 2016

Gioacchino da Fiore futuro Santo?

L’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Nistico’, ha donato a Papa Francesco un quadro del pittore calabrese Aldo Turchiaro. L’opera, di grandi dimensioni (1.90 x 1.90 metri), rappresenta l’abate Gioacchino da Fiore, nato a Celico, in provincia di Cosenza, la stessa cittadina in cui e’ nato anche il pittore.
Il dono. “E’ stata una giornata di sole – ha detto Nistico’ dopo l’incontro – in cui il quadro di Gioacchino risplendeva in tutti i suoi particolari: un uomo dal volto luminoso con gli occhi volti all’infinito che vedono il futuro, una folta barba , un corpo slanciato con possenti anche e mani forti, la mano destra che stringe un lungo bastone giallo e la mano sinistra che tiene una bisaccia pesante, la bisaccia in cui sono racchiuse le speranze come dice Turchiaro. Alla sinistra, a fianco di Gioacchino da Fiore un enorme uccello con un occhio giallo, metallico. Intorno all’abate piccoli uccelli colorati e ai suoi piedi un piccolo lupo. E’ un vero capolavoro – ha detto ancora Nistico’ – in cui non c’e’ gerarchia fra le figure, fra uomo e animali. Tutti hanno pari dignita’ e questo riflette anche la concezione di Papa Francesco”. Nistico, rivolgendosi al Papa mentre gli stringeva le mani, ha detto: “Santita’, innanzi tutto la mia devozione, poi le ho portato il dono del pittore Turchiaro, grande artista della Calabria, la mia regione di cui sono stato presidente e cioe’ il quadro di San Gioacchino da Fiore”.

La devozione. A questo punto – racconta ancora Nistico’ – papa Francesco mi interrompe e dice alta voce: “Ma Gioacchino non e’ ancora Santo!”. Ecco perche’ ho continuato io – prosegue Nistico – merita di essere santo perche’ nella sua profezia dell’era dello Spirito Santo aveva previsto in maniera chiara che in questa era le porte della Chiesa si sarebbero spalancate ai poveri. E’ questa, ho detto io con convinzione, l’era di Papa Francesco! Lui dopo aver ammirato Gioacchino da Fiore mi guardava con un volto raggiante e sorridente. Il secondo dono – dice Nistico’ – e’ una busta in cui gli ho detto ci sono alcuni miei scritti fra cui i miei ricordi quando da governatore della Calabria ho avuto l’onore di visitare alla Casa Rosada il Presidente Menem e poi i grandi geni di origine calabrese, il maestro Cadicamo, il numero 1 del Tango, nel mondo e lo scrittore Ernesto Sabato. Infine un piccolo regalo del mio piccolo Salvatore, l’ultimo suo CD. Ci siamo lasciati – spiega Nistico’ – con un sorriso e da parte mia con una intensa commozione. E’ stato un incontro breve ma denso di contenuti e per me certamente indelebile”. 

COMUNICATO STAMPA a cura di CITTA' DEL SOLE 

Il prof. Nisticò ha portato di recente all’attenzione del Santo Padre la figura di Gioacchino da Fiore!  Il  dono fatto al Santo Padre del dipinto di Aldo Turchiaro raffigurante il grande abate originario di Celico (CS) ha il merito di riproporre, per una più adeguata comprensione, la complessità della figura di Gioacchino, teologo, mistico e  annunciatore dell’ “età dello Spirito”.  Se guardiamo alla storia, « … il calabrese abate Gioacchino “ di spirito profetico dotato » come scrive Dante nel Paradiso (vv.  140-141 - vedi Basilica di S.Agostino a Pavia),  uomo di pace e di mediazione culturale fu ispiratore di una nuova lettura della storia della Salvezza che superò la tripartizione tutta agostiniana dell’età “prima della legge, sotto la legge, sotto la grazia” nella visione del tempo “prima della legge, sotto la legge, sotto il Vangelo,  l’età dello Spirito”.   Una proposta ardita quella del Prof. Nisticò che,  allunga il tempo della salvezza, sicuramente originale come è stato il  contributo di Gioacchino da Fiore alla cultura e all’arte;   la sua figura e il suo pensiero sono  stati ripresi e riproposti più volte nel  Duomo di Assisi e   la grandezza dell’abate Gioacchino non si discute. Ciò che ancora risalta è il  tentativo di dare una risposta alle domande di senso che albergano nel cuore di ogni uomo. Ecco perché Gioacchino, al pari di Agostino e di altri grandi convertiti, sono icone da proporre ad ogni uomo assetato di infinito che mette in gioco se stesso al fine di conoscere la vera vita, il senso ultimo della sua esistenza. Encomiabile davvero l’ iniziativa  che il prof. Nisticò  di riproporre al Papa una figura a volte tormentata ma sicuramente complessa, che ancora può dirci tanto per le geniali intuizioni ispirate che ha avuto; una figura sicuramente meritevole di ulteriori studi e approfondimenti. Il Prof. Nisticò, con il suo amore Calabria, non poteva tacere oltre la grandezza di questo personaggio e ha avuto il coraggio e il merito di averlo riproposto all’attenzione parlandone proprio al Santo Padre, cioè alla Chiesa intera di cui Gioacchino si è sempre proclamato figlio ubbidiente. Auspichiamo che studi ulteriori facciano il loro corso e così pure gli approfondimenti ecclesiastici al fine di poter venerare presto sugli altari Gioacchino da Fiore.

Vincenzo Lista

sabato 26 novembre 2016

DIBATTITO PUBBLICO SUL REFERENDUM COSTITUZIONALE, PAVIA - 2 DICEMBRE 2016


Data l’importanza dell’argomento  si ritiene che questa sia un’occasione da non perdere, pertanto si invita a partecipare e a diffondere l’iniziativa a conoscenti e amici. Grazie!

Vincenzo Lista, Coordinatore "Città del Sole" 

lunedì 21 novembre 2016

Rassegna Stampa: parlano di noi

In vista dell'appuntamento del 24 novembre, ecco l'articolo uscito su "Il Ticino" del 18 novembre. Non mancate!

lunedì 14 novembre 2016

Città del Sole promuove un dibattito ispirato al nuovo libro di ELIO VELTRI: non mancate!

PRESENTA IL LIBRO
NON E’ UN PAESE PER ONESTI
STORIA E STORIE DI SOCIALISTI PER BENE
di
Elio Veltri

GIOVEDI’  24  NOVEMBRE   2016, ore17,30
                                      Sala Conferenze del Broletto  - Via Paratici,21
Piazza della Vittoria  - Pavia

                                         

NE PARLANO                   CARLO    ROSSELLA             Giornalista
                                          CARLA   TORSELLI               Rappresentante la Provincia di
                                                                           Pavia alla Fondazione Cariplo

Presiede                        Vincenzo  Lista                    Centro di Cultura “CITTA’ DEL SOLE”


                                                      Sarà presente l’ autore



domenica 9 ottobre 2016

SI' e NO: le tesi espresse al dibattito del 23 settembre scorso sul Referendum Costituzionale

Sì o No... La risposta è semplice in fondo, si tratta di approvare o non approvare un quesito referendario sulla modifica della Costituzione. Difficile è proprio l'oggetto del contendere, la riforma stessa. Animati dal desiderio di conoscere meglio e più in profondità al fine di informare e essere informati per un voto consapevole, il Centro di Cultura e Partecipazione Civile “Città del Sole” di Pavia ha organizzato lo scorso 23 settembre il dibattito “La Riforma Costituzionale” che ha visto dialogare e interagire con il folto pubblico intervenuto il Sen. Roberto Mura, all'epoca segretario provinciale della Lega Nord, e il prof. Francesco Rampulla dell'Università di Pavia. Nel frattempo è intervenuto il Governo che ha sancito la data della consultazione referendaria: il referendum popolare confermativo sulla legge costituzionale approvata, si svolgerà il 4 dicembre 2016, come stabilito dal Consiglio dei Ministri n.132 del 26 settembre 2016. Ma di che tratta questo referendum al quale siamo chiamati a dare la nostra risposta? Il testo di legge costituzionale, approvato in via definitiva dal Parlamento il 12 aprile 2016 mira principalmente al superamento dell’attuale bicameralismo paritario e alla modificazione della ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni. Il superamento del bicameralismo perfettamente paritario, la revisione del riparto delle competenze tra Stato e Regioni, l'eliminazione delle Province e la soppressione del CNEL, la riduzione dei costi: ecco i capisaldi della Riforma. “Non tutto è da buttare in questa Riforma, ma a parer mio gli elementi negativi sono più numerosi  degli elementi positivi” ha sottolineato il sen. Mura che ha chiarito le ragioni per cui votare no al Referendum, sottolineando come il “No” sia motivato per ragioni di merito e di metodo. In sostanza  occorre rigettare questa Riforma perché inefficace dal punto di vista del contenimento dei costi della politica – la “trasformazione” dell'attuale Senato non comporterebbe grandi risparmi – e finirebbe anzi con il promuovere a senatori politici amministrativi che non avrebbero molto tempo da dedicare al loro nuovo ruolo. In realtà ciò che il senatore rimprovera a questo testo di Riforma è l'essere nato nelle segreterie di partito, in particolare del partito di governo, anziché da una base condivisa. “Mi pare che queste siano le ragioni  per sostenere che la riforma  semplifichi  i rapporti  Stato-Regione, snellisca il procedimento legislativo, diminuisca il numero  dei parlamentari  e i relativi oneri, razionalizzi gli Enti Locali ed, infine dia al Governo la possibilità  di accelerare  l’approvazione  dei disegni di legge  essenziali per l’attuazione del proprio programma. A mio avviso, vi sono fondate motivazioni per un voto positivo  sul merito oggettivo  della riforma, poiché il meglio è nemico del bene” spiega invece il prof. Rampulla, docente di diritto amministrativo all'Università di Pavia e convinto sostenitore del “si”. Entrambi i protagonisti del dibattito hanno poi concordato sul fatto che l'aver personalizzato all'inizio il confronto elettorale, quando cioè il premier Renzi ha posto in gioco la sua permanenza a Palazzo Chigi legandola all'esito del referendum, non ha consentito un corretto approccio alla questione referendaria. Entrando nel dettaglio, la Riforma prevede che solo la Camera dei Deputati conferisce e revoca la fiducia al Governo: la Camera è protagonista del procedimento legislativo salvo limitati casi in cui la funzione legislativa è bicamerale. I senatori, la massimo 100, sono eletti dai Consigli Regionali e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, tenendo conto delle scelte dei cittadini espresse al momento delle elezioni dei Consigli Regionali. Si delinea un nuovo procedimento legislativo.  Sono eliminate le competenze concorrenti tra Stato e Regioni. Lo Stato diventa responsabile esclusivo di materie strategiche come: il coordinamento della finanza pubblica; le politiche attive del lavoro; le infrastrutture; le politiche energetiche; l'ambiente. E' attuata una riduzione dei costi: il mandato dei senatori sarà di natura gratuita; gli emolumenti dei consiglieri regionali verranno equiparati a quello del sindaco del comune capoluogo di regione; verrà introdotto il divieto di rimborsi o altri trasferimenti monetari con oneri a carico della finanza pubblica per i gruppi politici presenti nel Consigli  Regionali.  Al termine delle relazioni del Sen. Mura e del Prof. Rampulla, sono da segnalare gli interessanti, appassionati interventi da parte di Marco Bellaviti e di Walter Veltri, il primo a favore del Sì, il secondo a favore del No.













giovedì 6 ottobre 2016

Il pensiero del Prof. Giuseppe Nisticò sul prossimo Referendum Costituzionale

Riceviamo e pubblichiamo, come contributo alla riflessione in vista del Referendum Costituzionale, il pensiero dell'amico di Città del Sole Prof. Giuseppe Nisticò, Ordinario di Farmacologia all'Università Tor Vergata di Roma, già Senatore della Repubblica, Presidente della Regione Calabria e Parlamentare Europeo per Forza Italia. Alla riflessione del Prof. Nisticò segue un commento del Coordinatore di Città del Sole Vincenzo Lista. Prossimamente sarà pubblicato il racconto del dibattito promosso da Città del Sole lo scorso 23 settembre, con espresse le tesi del Sì e del No. Buona lettura!

"Come uomo di centro-destra rispondo Si' all'appello di Renzi per il referendum. L'appello di Renzi nel comizio di Firenze per lanciare il tour del Si' in Italia al popolo di centro-destra dimostra grande intelligenza politica del premier e una visione strategica per il futuro del nostro Paese. Sono fiero di avere militato nelle fila di Forza Italia a partire dalla sua fondazione, ma cio' non mi impedisce oggi da uomo libero di votare Si' alla riforma costituzionale. Chiedo al Presidente Berlusconi di dare liberta'di voto a me e agli iscritti di Forza Italia che vogliono votare nel merito avendo a cuore il vero significato politico della riforma della Costituzione nell'interesse superiore del nostro Paese. Insieme con l'on. Carmelo Pujia - continua Nistico ' - gia' sottosegretario al Tesoro della Democrazia Cristiana, dopo una lunga e proficua discussione lo scorso 29 Giugno con il ministro Maria Elena Boschi, abbiamo maturato la decisione di appoggiare il Referendum. Siamo convinti che il voto della riforma della Costituzione rappresenti una pietra miliare per il futuro delle nuove generazioni e dei nostri figli. Il "Movimento Si'per l'Italia" si va diffondendo progressivamente in Calabria e in altre Regioni e sono stati costituiti centinaia di Comitati del Si' di uomini e di donne. Sono sicuro che l'appello di Renzi sara' accolto da migliaia e migliaia di cittadini che oggi votano per il centro-destra. Il voto del referendum non deve rappresentare una lotta fratricida fra partiti o peggio ancora fra correnti dello stesso partito. Ho apprezzato la coraggiosa presa di posizione dei miei amici di FI Marcello Pera e Giuliano Urbani che hanno costituito un Comitato nazionale Liberi Si' con cui si sono rivolti agli elettori del centro-destra e in particolare a quelli di Fi spiegando le ragioni autentiche per votare Si' al Referendum e paventando il timore di un ennesimo fallimento della riforma della Costituzione. 
Non c'entra il governo, c'entra il Paese con il voto al referendum! Si tratta infatti di superare il bicameralismo paritario e avere una sola Camera, che finalmente potra' legiferare con maggiore rapidita' ed efficienza nell'interesse dei cittadini.Si tratta ancora di ridurre drasticamente il numero delle poltrone dei parlamentari con ingenti risparmi per le casse dello Stato. E' ovvio che molti degli attuali senatori morbosamente legati alla poltrona tenteranno fino all'ultimo respiro di opporsi. Si tratta inoltre di migliorare i rapporti Stato-Regioni per evitare estenuanti conflitti e contenziosi. Come e' possibile - dice l'ex governatore della Calabria - continuare a permettere che una Regione dell'Europa, quasi fosse una Regione dell'India, abbia il potere di legiferare in opposizione a direttive europee gia'aprovate dal nostro Paese? Come e' possibile permettere che i farmaci strumenti fondamentali per la vita dei pazienti abbiano prezzi diversi nelle varie Regioni o che addirittura alcuni non siano presenti nel Prontuario Terapeutico? Cosi' si nega ai cittadini di godere degli stessi sacrosanti diritti alla salute. Ecco perche' da uomo di centro-destra staccato ormai dai giochetti di potere e guardando con obiettiva serenita' alla vita politica devo riconoscere che il premier Renzi sta dimostrando di essere super partes e di avere a cuore il destino di tutti i cittadini indipendentemente dal loro partito di appartenenza. Peccato che nel 1997, quando ero Presidente della Regione Calabria, non ci fosse Renzi per fare insieme un governo di larghe intese per le emergenze Calabria! Al contrario c'era Massimo D'Alema che ancora oggi ostinatamente e' contrario alle riforme. E' vero che il lupo cambia il pelo ma non il vizio". 


Caro prof.
Ho letto con interesse il tuo pensiero in merito al Referendum Costituzionale.
Lo condivido sia per il contenuto, sia per la chiarezza espositiva, indice di una linearità di pensiero che con brevi passaggi evidenzia il cuore del problema. A proposito dei contenuti, il mio orientamento a votare Sì al referendum è ben espresso dalle tue tesi. Innanzitutto non dobbiamo cedere alla battaglia politica che mai come in questo caso finisce con l'impoverire il dibattito politico, vero motore propulsivo del Paese. Sbagliano quanti hanno impostato il sì o il no al referendum nei termini di sì o no al premier Renzi e tu, prof, ben evidenzi la vera questione: questo referendum è l'occasione per compiere il deciso salto di qualità nell'amministrazione del Paese che ancora manca per uno “svecchiamento” delle Istituzioni. Uso il termine svecchiare non in senso dispregiativo per la categoria della terza età, illuminata consigliera dei giovani in questi tempi difficili e difatti,  quando a loro mi riferisco, parlo di anziani e non di vecchi. Ho usato svecchiamento per indicare quanto di obsoleto e di non più rispondente ai bisogni della gente  vi è nella nostra società. L'Italia ha bisogno di camminare, di progredire e solo una governance snella e in linea con i tempi può farci compiere questo deciso salto di qualità. Non dunque un referendum pro o contro Renzi ma un referendum per un'Italia più al passo con i tempi, snella nelle procedure più intime della vita politica per essere di nuovo al fianco dei cittadini che, francamente, ormai non tollerano più né vuoti discorsi né una pletora di personaggi interessati non al bene supremo dello Stato bensì all'egoismo del posto che conta. Il futuro ha un cuore antico, verrebbe da adattare questa celebre frase al nostro Paese che per cambiare e mettere una marcia in più deve rifarsi al testo supremo, la Costituzione, perennemente giovane perché afferma la centralità del lavoro e degli aggregati sociali.
Eccellente e opportuna l’idea del progetto presentato  al ministro Boschi di dar vita sul territorio a una serie di incontri per meglio delineare la riforma della Costituzione: è solo ripartendo dalla gente e confrontandoci insieme sul tema che può effettivamente ripartire il nostro Paese. Il successo del fronte del Sì al referendum potrebbe solo innescare un circuito virtuoso che diminuirebbe il numero dei senatori unendo ad una governance più snella la liberazione di una cospicua dotazione economica da rimettere in circolo a favore ad esempio della ricerca scientifica. Quel che ne emergerebbe importante sarebbe una sostanziale tenuta dell'Esecutivo che sarebbe premiata dai mercati finanziari. Stiamo parlando del bene supremo della nazione, un fatto che esula dagli schieramenti partitici e, con grande acume politico,  tende la mano al centro-destra affinché, rinnovato, possa cogliere un'opportunità storica di progresso politico e quindi sociale e approfondire, senza preconcetti di parte, la possibilità di ulteriori riforme. In sostanza, plaudendo al tuo articolo, che condivido e faccio mio, raccolgo l'appello e mi schiero, con più convinzione, per il Sì al referendum.
Ti saluto e ti ricordo con affetto!
Vincenzo Lista

martedì 13 settembre 2016

A PAVIA SI DISCUTE DI RIFORMA COSTITUZIONALE

Nuovo interessante appuntamento promosso da Città del Sole il prossimo 23 settembre per parlare di Riforma Costituzionale. Un'occasione da non perdere per chiarirsi le idee in vista del prossimo Referendum! 

  
                                                                  


                                              DIBATTITO

LA   RIFORMA
COSTITUZIONALE

        VENERDI’  23  SETTEMBRE   2016, ore 17,00
    Sala Conferenze del Broletto  - Via Paratici, 21
Piazza della Vittoria  - Pavia

  NE PARLERANNO  :
           ROBERTO  MURA                       ( SEGRETARIO   PROVINCIALE  LEGA NORD )

        FRANCESCO   RAMPULLA      (PROF. ASSOCIATO  UNIVERSITA’ DI  PV)

MODERATORE  :
       
        ANTONELLO     SACCHI              ( GIORNALISTA )

Con il Patrocinio della Provincia di Pavia                          

domenica 28 agosto 2016

Democrazia Partecipata Cooperativa: pensieri in libertà

Nel mese di luglio ho colto con vivo interesse la relazione del prof. Giuseppe Ecca circa il fatto che ADC non è solo acronimo di Associazione Democrazia Cristiana ma lo è anche per Associazione Democrazia Cooperativa.
Vengono indicati ideali ed idee che tendono a non dimenticarsi e trascurarsi per la loro profondità e radicamento: uomo, lavoro, società, comunità, solidarietà e sussidiarietà orizzontale. Più che fondante la visione di democrazia cooperativa, la quale è realizzabile soltanto a condizione di ideali puri e buona, coerente volontà.

Da qualche tempo, se non ricordo male, dal 2012, sussiste un vivace dibattito tra movimenti ed associazioni che esprimono e condividono questa stessa sensibilità, ma l’impressione è che si debba trovare il coraggio di uscire dal “tutti insieme senza selezione" tipico delle conte elettorali dei politici di Partito ed, inoltre, che non si riesca a svuotarsi del proprio egoismo e molto poco sia presente la concezione del bene comune, quale aspirazione altruistica. Quindi è chiaro che promuovere soltanto la cultura è riduttivo, se non si trasmettono sentimenti di modifica di comportamenti umani, sui quali prima della semplice cultura , bisogna meglio educare al sentire collettivo.

I Partiti hanno deluso, tanto da quasi far rimpiangere, i vecchi che, almeno, avevano nelle idee ed ideali dei punti di riferimento precisi, quando la Politica poneva dei distinguo per quelli c.d antisistema che si riteneva per motivi, anche storici, non adeguati a incombenze di governo: PCI e MSI.

Oggi tali distinzioni non appartengono più all’azione politica che si muove più spesso per interessi e convenienze più egoistiche che  di spirito collettivo.
Perché non avere il coraggio , oggi di promuovere, con serenità ed onesta un nuovo Partito, che sia fondato  su schemi innovativi sinceri ed onesti di riforma sociale e che consenta l’elaborazione di un programma per governare il Paese, restituendolo alla vera democrazia dei “padri costituenti”.

L’impegno in politica deve essere misurato, costruendo una rete di relazioni  mirata all’obiettivo del “bene comune”, questo costituirebbe la vera svolta etica.  Il risveglio del popolo va’ indirizzato a prendere coscienza dello stato delle cose, facendo leva sulla disponibilità al dialogo ed alla  consapevolezza etica , diventando masse consapevoli del tecnicismo economico sociale,  ribaltando le priorità con nuove regole etiche in campo di politica, economia e , in particolare, finanza: al centro l’essere umano ed il bene comune. Ad esempio le Banche  siano restituire ai risparmiatori ed alle imprese e non solo alla finanza o, quasi; detassazione e incentivi per ridare slancio all’economia, potenziare di più gli strumenti delle forze dell’ordine per la sicurezza.

Quindi, attivare, coltivando la selezione della classe dirigente, una lobby etica  del popolo italiano che si riprenda quella sovranità nazionale italica, cominciando da quella monetaria. Ci vogliono uomini coraggiosi, capaci ed onesti che trasmettano fiducia in una dimensione rivoluzionaria che conduca a realizzare, con ragione e cuore, il cambiamento.
Quello proprio che manca alla politica attuale: un progetto chiaro di cambiamento sul quale confrontarsi seriamente e responsabilmente (certo non c’è alternanza concreta ma si viaggia troppo a casaccio).

Infatti, l’impressione è che non ci sia una visione chiara d’insieme, come se l’unico problema fosse la governabilità, quando, invece si promuove una gestione del potere politico circoscritta a pochi eletti (elezioni provinciali di 2° livello, la riforma del senato in consultazione referendaria), mentre i problemi veri sono ben altri.

Giuseppe Carrubba, membro del Direttivo "Città del Sole" 

sabato 27 agosto 2016

Estate di riconoscimenti per il Prof. Luciano Vasapollo

E' stata una estate ricca di riconoscimenti per il Prof. Luciano Vasapollo, amico del Centro Città del Sole dopo la sua partecipazione al dibattito dello scorso aprile a Pavia sul tema "Europa del Sud-Americhe Latine". Il Prof. Vasapollo, docente di Metodi di analisi dei sistemi economici e delegato del Rettore per i Rapporti internazionali con l’America Latina e dei paesi Caraibici, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento internazionale Cassiodoro il grande, 2016, per l'amicizia e l'autodeterminazione dei popoli presso il Castello di Squillace (CZ) lo scorso 6 agosto.  Le precedenti edizioni hanno premiato Papa Benedetto XVI, Papa Francesco, personaggi come i presidenti Fidel e Raul Castro. Il premio è stato patrocinato dal Ministero dei Beni e delle attività culturali. Successivamente, nella cornice del Festival "Culture a Confronto" di Tropea (VV) - 20-21 agosto, il Prof. Vasapollo ha ricevuto il Premio Internazionale "Culture a Confronto 2016" per l'impegno profuso a sostegno del dialogo interculturale. Vive congratulazioni al Prof. Vasapollo da parte di tutto il Direttivo di Città del Sole! 


Squillace, 6 agosto 2016 
Tropea, 21 agosto 2016

domenica 10 luglio 2016

Progetto LASALUS: a Pavia una settimana di incontri operativi

Entra nel vivo il Progetto LASALUS, finanziato dalla Commissione Europea (CE) mediante il programma Erasmus + dell'Agenzia Esecutiva per l'Educazione, l'Audiovisivo e la Cultura (EACEA), finalizzato alla "Professionalizzazione del Management in Sanità basata sui risultati attraverso l'apprendimento a distanza e l'uso della simulazione". Il Progetto, coordinato dalla Universidad ISALUD di Buenos Aires, vede coinvolte in prima linea Università europee e latinoamericane, tra cui riveste un ruolo fondamentale l'Università degli Studi di Pavia, padrona di casa della settimana di incontri operativi in programma dall'11 al 15 luglio 2016, unitamente al CBIM (Consorzio di Bioingegneria Informatica e Medica) di Pavia, partner di sviluppo tecnologico del Progetto. Coinvolta in "LASALUS" è anche la Fondazione CIRNA Onlus di Pavia, ente amico di Città del Sole, chiamata a contribuire alle attività di dissemination (divulgazione) ed exploitation (sfruttamento) del Progetto. 

martedì 28 giugno 2016

LE VIE DEL SALE - La ricerca del cammino nelle contraddizioni del nostro tempo

Sarà fonte di piacere, ristoro e saggezza, dopo aver passato insieme questa giornata di primo autunno tra queste montagne alla ricerca di quella che fu un tempo una delle vie del sale più note e battute dell’Appennino Ligure, concludere il nostro incontro con una riflessione che liberi le nostre emozioni. Abbiamo immaginato lunghe processioni di uomini e muli, carri trainati da buoi e carretti trainati da cavalli, ininterrottamente, che percorrevano nei due sensi questa via, segnandola profondamente fino al punto da modificare l’aspetto naturale e paesaggistico del territorio.
      Le vie del sale erano vie infinite che si perdevano fino nel cuore dei deserti, solcavano i mari, discendevano e risalivano i fiumi, scavalcavano le più alte nevose montagne e si inoltravano nelle fertili pianure. Le carovane subentravano le une alle altre, guidate ciascuno da persone di culture, tradizioni, costumi e fattezze diverse, come atleti di una staffetta lunghissima che si passano l’un l’altro il testimone.
Come non vedere in tutto ciò una rappresentazione dell’infinito cammino dell’uomo e del progresso della società? È vero, in prima istanza gli uomini, spinti dal mero bisogno e dalla necessità sono stati costretti dalla natura stessa ad incontrarsi, a comunicare, a scambiarsi i loro beni e insieme ai beni si trasferivano anche le parole, i linguaggi, le tecniche, le conoscenze, l’arte. La materia e lo spirito progredivano insieme.
      C’è una meravigliosa rappresentazione di questo processi di incontro e fusione dei popoli e die loro cammini. Non l’ha data un filosofo o uno storico, bensì un grande musicista. Tra noi si è parlato spesso di armonia. E quale arte meglio della musica è in grado di esprimere il concetto? Se qualcuno ne avrà il desiderio, provi dunque a riascoltare lo schizzo sinfonico Nelle steppe dell’Asia centrale di Aleksandr Borodin. Non è un brano molto lungo, ma nella sua pur breve durata, l’orchestra descrive una storia fantastica, ossia l’incontro di due carovane che procedono l’una provenendo dall’Occidente, l’altra dall’Oriente. Quale stupendo e sempre attuale (forse oggi attualissimo) momento di confronto! Le due carovane sono espresse da due temi musicali distinti: il primo tema è enunciato nello stile occidentale, più marcato e deciso, mentre il secondo tema rispecchia lo stile orientale, più languido e fluido. A mano a mano che le carovane si avvicinano, sentiamo i due temi progressivamente fondersi insieme in modo sempre più stretto, fin quando essi vengono suonati contemporaneamente, dando origine ad un contrappunto perfetto. Infine di nuovo entrambi si distaccano e ciascuna carovana prosegue nella sua strada, lasciando dietro di sé un filo di nostalgia.
      La sorpresa è proprio questa: ciò che in principio sembrava così diverso, estraneo, innaturale, era invece la parte complementare dell’altro. Forse vediamo questa sintesi come utopia. Oggi le carovane tra Occidente e Oriente sono carovane di guerra. E non è una novità! Questa “lotta” risale agli albori della storia: si pensi alla spedizione contro Troia o alla spedizione di Alessandro Magno (l’Occidente contro l’Oriente) o, per moto contrario, si pensi alla battaglia di Salamina o alle Termopili (l’Oriente contro l’Occidente).
      Le guerre però sono i mezzi che conducono gli uomini alla ragione e forse ad una ragione fino a prima inafferrabile. Forse la guerra può diventare un mezzo per costruire una forte e consolidata amicizia? Le nostre passioni sono tali per cui, spesso, le più ineluttabili nascono da un travaglio favorito da quelle opposte. Così pensava ad esempio Eraclito, nel suo elogio alla contesa (polemos) madre di tutte le cose. Eraclito! Lo stesso che sosteneva che solo da un contrasto può venire la migliore armonia. Chi conosce un poco di musica sa che in effetti è vero. Quando una voce sale, l’altra scende, e il moto parallelo delle parti è consentito solo date certe condizioni. “Armonia” non significa uniformazione o conformismo. L’individuo va sempre considerato come una grande risorsa di libertà e creatività.
      Tratteniamoci ancora un poco su questi concetti, soffermandoci a considerare questo gioco degli opposti che per ogni homme de désir significa essere in cammino, significa mettersi in viaggio. L'immagine che rappresenta bene l’inizio di questo viaggio è la malmessa figura del “matto” dei tarocchi che si incammina dotato di un povero fardello dove è riposto solo l’essenziale. È però anche la figura che impersonifica l’essenza pura dei contrasti. Egli sorride mentre un cane lo morde, i suoi vestiti contrastano con lo stato di povertà, il suo bastone, pur morto, germoglia, ma soprattutto il suo camminare sembra quasi dirigersi verso un precipizio. La figura pare voler dire proprio questo: “camminare” significa passare per opposte tensioni. Il valore della carta, come è noto è zero! Infatti lo zero è il risultato del conflitto di tensioni opposte che si annullano.   
      Il cammino per l’homme de désir è un continuo attraversare il bianco e il nero del tappeto a scacchi della vita. È cioè una linea continua che si sviluppa mediante il discontinuo, così come il tempo fluisce pur nella scansione degli istanti, ciascuno dei quali è e subito non c’è più – sparisce per lasciar posto all’istante successivo il quale, a sua volta, c’è e sparisce. Il bianco diventa nero e il nero diventa bianco.
      Come può una cosa nascere dal proprio contrario? Eppure abbiamo molte testimonianze di queste conversioni. Il filosofo ci insegna che se noi proviamo a pensare all’essere assoluto, ossia ad una essenza universale che si adatta a tutte le cose (perché ogni cosa la possiede) questo essere si converte immediatamente nel nulla, proprio per il fatto che essendo tutto non può essere qualcosa di particolare. Ma non potendo così venire determinato, ossia non potendo essere un “qualcosa”, l’essere non è più niente e si dissolve!
      Quali altre conversioni? Sul piano morale, un amore eccessivo, geloso, può diventare altrettanto funesto quanto l’odio. Spesso i peggiori mali vengono proprio da coloro che si ergono a difensori del bene assoluto. Gli opposti convergono e si attraggono con forza fatale, per cui per cui anche il perseguimento del bene “assoluto” si converte infine in causa di atroci sofferenze (si pensi ad esempio al cristianesimo, religione d’amore, che produce infine i milioni di morti dell’Inquisizione, oppure alla Rivoluzione Francese, dove il principio di fratellanza non è mai stato fatto valere per le vittime, innumerevoli, che venivano spinte sulla ghigliottina). Viceversa, come nel caso dell’Innominato manzoniano (ma anche nel caso di tanti episodi di santità), un esercizio reiterato del “male” può provocare nel malvagio un pentimento e un disgusto tanto profondo da convertire il peggior malandrino in benefattore.
      Cosa può significare allora per noi la “via del sale”, ossia la strada che porta e trasporta risorse e saggezza? Se tutto ciò che è assoluto si converte nel suo contrario e se questo contrario, essendo a sua volta assoluto, si riconverte nuovamente nel suo contrario, la nostra vita si svolgerebbe in un infinito rimando di sentimenti oscillanti, che richiamano alla memoria il catulliano odi et amo. Da questo infinito contrasto non scaturisce nessun cammino, nessuna strada, nessuna progressione, bensì un circolo vizioso.
      Per questo, l’homme de désir, l’Illuminato non può essere un assolutista. Aristotele raccomandava piuttosto di ricercare il significato della “virtù” non nella assolutezza dei valori, bensì nella via di mezzo. Così il nostro camminare è un passare tra il bianco e il nero senza però lasciarci catturare da nessuno dei due estremi. Chi si lascia catturare non cammina più ed i suoi orizzonti si chiudono. La mente si oscura e perde il suo bene più prezioso: la luce simbolo di lungimiranza, ossia la capacità stessa di intravedere la strada.

Anonimo lomellino del XX secolo  

lunedì 23 maggio 2016

PER FERMARE IL DEGRADO DEL Ss. SALVATORE DI PAVIA

Giovedì 19 maggio 2016 si è svolto presso la Sala Conferenze del Broletto un incontro pubblico promosso dal Centro Città del Sole e dalla Società per la Conservazione dei Monumenti dell'Arte Cristiana, con l'obiettivo di  fermare il degrado del grande complesso monumentale del Ss. Salvatore di Pavia. Sono intervenute le Professoresse Luisa Erba (Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Unipv) e Maria Teresa Mazzilli Savini già Responsabile della Commissione storico-artistica del Comitato "Pavia città di Sant'Agostino" e autrice di una pubblicazione storiografica sul Monastero di San Salvatore. Con loro hanno dialogato Giulio Guderzo. Professore Emerito dell’Università di Pavia e promotore del Comitato “Salviamo il Salvatore”, Don Franco Tassone Parroco di Ss. Salvatore – San Mauro e promotore della onlus “Piccolo Chiostro ”, Cecilia Morelli di Popolo, Delegazione FAI I luoghi del cuore, Renata Crotti Console TCI, Aperti a voi e Roberto Nessi, Soprintendenza per i Beni Architettonici e paesaggistici. Con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Pavia e della Provincia di Pavia, dopo il saluto del Sindaco Massimo Depaoli, hsnno introdotto i lavori Paola Casati Migliorini e Vincenzo Lista, in rappresentanza dei due enti promotori. Di seguito vi presentiamo una sintesi dell'intervento di Vincenzo Lista, Coordinatore del Centro di Cultura e Partecipazione Civile "Città del Sole", l'articolo sull'iniziativa pubblicato sulla "Provincia Pavese" del 20 maggio e la lettera di ringraziamento inviata da Don Tassone a Vincenzo Lista. 


Siamo di fronte a un passo in avanti della società civile pavese: la consapevolezza ormai diffusa della necessità del recupero di un'area, legata al grande complesso monumentale del Ss. Salvatore, cruciale per la nostra città, per il nostro tessuto sociale e storico. Non starò ad approfondire la storia antica di  questo luogo,altri hanno parlato e potranno parlare meglio e più a lungo di me sulle gloriose pagine di storia e d'arte qui realizzate. Mi interessa soffermarmi sulle  origini del degrado, che ripercorro brevemente: nel 1782 il convento viene soppresso, passando sotto la giurisdizione austriaca, e nel 1829 il monastero, in particolare il chiostro viene adibito a collegio dei Pontieri. La basilica sconsacrata nel 1860, viene ceduta ai Pontieri. Dal 1873 le sorti del monastero si differenziano rispetto alla chiesa: il complesso conventuale viene ceduto al Ministero della Guerra, mentre la basilica, inserita negli elenchi delle Commissioni Conservatrici Provinciali del 1868, diviene oggetto di un acceso dibattito all’interno della Società Conservatrice dei Monumenti dell’Arte cristiana per poter essere nuovamente aperta al culto (dibattito ventennale, che si concluderà nel 1900 con il pagamento di 5000 lire al Ministero della Guerra). La destinazione  a caserma dell’impianto monastico rimane sino al 1990 circa, quando il bene perde la sua funzione militare, viene chiuso e rimane inutilizzato e in stato di abbandono dal 1992. La chiesa, ceduta alla diocesi di Pavia dopo il “suo riscatto”, mantiene tuttora l’uso che le è proprio. L’intero bene è sottoposto a vincolo di tutela monumentale con decreto del 15 Dicembre 1965. Dunque, dicevo consapevolezza di un recupero. Ma quale? E a che scopo destinare questi antichi edifici? Lo abbiamo sentito, l’impianto monastico, il piccolo chiostro, da oltre 30 anni poi è in totale abbandono.Questa sera avremo modo di ascoltare pareri diversi, ognuno valido e di per sé illuminante sul destino di questo scrigno di arte sacra che vanta opere d’arte ancora poco note, anzi proprio nascoste sotto spesse ridipinture e trasformazioni. Deve diventare un museo a cielo aperto?Forse sì? Deve diventare una “casa della comunità”? Un luogo dove poter accogliere e ospitare i poveri dando loro da mangiare in una mensa, ma anche ideale come sede di laboratori di restauro per l’arte legati al Chiostro? Forse sì? Il mio dire non è teso a proferire conclusioni, siamo qui per ascoltare, nel massimo rispetto gli uni degli altri consapevoli che l’opinione dell’altro può solo arricchire la propria. Siamo qui per intervenire, consapevoli che tutti cerchiamo   il bene comune, che in questo caso, coincide con il recupero di un'area funzionale alla città e al suo fiume. Siamo qui per formarci un'opinione, grazie al contributo di docenti universitari, storici, ricercatori, esperti di turismo e sacerdoti in cura d'anime. E forse scopriremo che tutte le varie opinioni, anche quelle in apparenza più contrastanti, contengono un pezzo di verità che ci può condurre ad una soluzione condivisa, che possa valorizzare da un lato il tesoro artistico ancora in parte da scoprire e creare dall'altro un luogo di accoglienza e condivisione aperto alla città e al mondo.
Le due cose non sono in antitesi.

Carissimo Sig. Lista,
Ho trovato solo ora il tempo di ringraziarla per aver riunito le migliori intelligenze che ci hanno illustrato il valore storico e architettonico del Ss. Salvatore nella storia di splendore e nell'attuale degrado.
Grazie per le preziose avvertenze che la Prof.sa Mazzilli, il Prof. Guderzo è il carissimo Dott. Marni hanno offerto all'attenta platea.
Non c'era più tempo per chiedere ancora e approfondire le ipotesi ancora in campo per ridare valore all'antico Monastero.
Mi auguro che insieme alle prof. Casati, Crotti, Erba e con il Fai ci possa essere una sinergia e dall'ascolto si preveda una nuova rinascita di tutto il monumento.

Grazie all'arch. Nessi proveremo a seguire il restauro attenti ai particolari, mi auguro che le raccomandazioni che ci sono arrivate siano da volano per il recupero del 'tutto', cominciando dal Chiostrino. A Fine mese ci saranno determinazioni sull'Arsenale, si insista insieme per salvare la parte più storica del Ss.mo Salvatore con le formule migliori e applicabili nell'attuale ordinamento.
Auguro a Lei e alla sua associazione 'Città del Sole' una positiva esperienza di animazione culturale sempre più concreta.
Don Franco Tassone

domenica 15 maggio 2016

"Cristianesimo e questione sociale": prosegue il successo del libro dell'On. Accroglianò

E' con piacere che segnaliamo il successo continuo che sta riscuotendo il volume "Cristianesimo e questione sociale" dell'On. Peppino Accroglianò. Il libro era stato oggetto di una approfondita recensione da parte di Vincenzo Lista, Coordinatore di Città Del Sole, nel primo contributo dell'anno del nostro blog. Lo scorso 2 maggio la pubblicazione dell'On. Accroglianò è stata presentata ad Arenzano, alla presenza, tra gli altri, del Governatore Giovanni Toti e al link che segue potete leggere il racconto dell'evento corredato da alcune fotografie: http://www.c3international.it/2016/05/10/incontro-ad-arenzano-sul-libro-cristianesimo-e-questione-sociale/

sabato 30 aprile 2016

A SPASSO CON GARIBALDI

Dall'Europa Mediterranea ai Paesi dell'America Latina 
L'EROE DEI DUE MONDI A SANTA MARGHERITA LIGURE
25 aprile 2016

giovedì 14 aprile 2016

Cuba oggi: una pagina nuova delle relazioni internazionali - Roma, 15 aprile 2015

Nel solco del recente incontro pavese promosso da Città del Sole sul tema "Europa del Sud e Americhe Latine: legami e prospettive", segnaliamo un interessante Seminario in programma alla Sapienza Università di Roma in data odierna, venerdì 15 aprile alle ore 15, dal titolo "Cuba oggi. Una pagina nuova delle relazioni internazionali". Interverranno alcuni dei protagonisti dell'appuntamento pavese del primo aprile scorso al Broletto: il Prof. Luciano Vasapollo e Padre Antonio Tarzia. Segue il programma completo. 

Cuba oggi. Una pagina nuova delle relazioni internazionali
Venerdì 15 aprile, ore 15
Sala Multimediale - Palazzo del Rettorato - Piazzale Aldo Moro 5, Roma


Programma
ore 15.00
Indirizzo di Saluto
Eugenio Gaudio, Rettore della Sapienza Università di Roma
ore 15.10
Introduce
Luciano Vasapollo, Delegato del Rettore per i rapporti con l’America Latina
ore 15.30
Interventi
Padre Antonio Tarzia, Presidente Associazione e Centro Studi Cassiodoro
Alba Soto Pimentel, Ambasciatore di Cuba presso la Repubblica Italiana
Coordina
Andrea Carteny, Direttore del CEMAS, Sapienza

Per chi volesse approfondire l'argomento, ripercorrendo una tappa fondamentale, consigliamo il libro "Una settimana a Cuba (con il Papa, Raul, Fidel e molti altri)" - Editore Jaca Book 2012 - di Luciano Vasapollo ed Antonio Tarzia, fautori del viaggio nel quale Papa Benedetto XVI incontrò Raul e Fidel Castro (marzo 2012). Luciano Vasapollo, intellettuale marxista e docente di Economia, e Padre Antonio Tarzia, sacerdote paolino, Direttore di Jesus, entrambi sinceri amici di Cuba, raccontano con la simpatia che li contraddistingue (i cubani hanno ribattezzato la strana coppia con i nomi - di guareschiana memoria - "Peppone" e "Don Camillo") la voce di "Cuba libera". Buon viaggio, lettori! 

giovedì 7 aprile 2016

"Europa del Sud-Americhe Latine": ottima la risposta del pubblico pavese all'appuntamento di Città del Sole

Grande successo di pubblico venerdì primo aprile per l'appuntamento promosso da Città del Sole sul tema "Europa del Sud-Americhe Latine". Nel contributo che segue a firma di Vincenzo Lista, coordinatore dell'evento e di Città del Sole, è racchiuso un pò il senso dell'iniziativa. Pubblichiamo con piacere anche diverse foto che immortalano il tavolo dei relatori e la platea presente. Da segnalare, tra il pubblico, la presenza di Don Antonio Tarzia (Giornalista, Sacerdote della Società San Paolo, Direttore di "Jesus", Responsabile per molti anni di "Famiglia Cristiana") e del Senatore Luis Alberto Orellana, nato a Caracas da madre italiana. Buona lettura e grazie a tutti coloro che sono intervenuti! 

Credo  sia necessario partire da un concetto concreto: l’Europa e le Americhe Latine  hanno bisogno l’una dell’altra e l’Italia ha le carte in regola per contribuire in maniera concreta a questa collaborazione strategica.                                               Le Americhe  Latine  sono una macro-regione eterogenea al suo interno che tuttavia, nel complesso, hanno dimostrato una capacità di reagire prontamente all'urto negativo della crisi economica internazionale molto più elevata rispetto a quanto dimostrato dall'area dell'euro.
I risultati positivi sul piano economico - legati alla forte domanda estera di beni di esportazione combinata con una domanda interna in espansione - hanno consentito ai paesi della regione di mettere in atto trasformazioni profonde, permettendo l'adozione di ambiziose politiche pubbliche miranti a garantire lo sviluppo nel lungo periodo e a mitigare i rischi a breve termine.
Tuttavia, i miglioramenti a livello di infrastrutture, di risorse tecnologiche e di capitale umano non hanno tenuto il passo con i forti livelli di crescita degli anni appena trascorsi; e il tessuto delle piccole e medie imprese, ossatura della regione, è ancora debole e con bassi livelli di produttività.
 Sul piano sociale, le sfide comuni sul fronte del ripensamento del modello di stato sociale e di rilancio economico in grado di dare risposte all'altezza dei tempi e dei complessi problemi odierni (che in America Latina sono quelli non risolti della povertà , delle disuguaglianze economiche, dell'insicurezza , della violenza,ecc.)., rappresentano un ambito prioritario di cooperazione tra il Sud-Europa e le Americhe Latine.
 Sul terreno economico l’Europa del Sud e  l'Italia sono un partner strategicamente molto importante, soprattutto sul piano dei partenariati territoriali a supporto del sistema delle Piccole e Medie Imprese, così da irrobustire il legame esistente sul piano commerciale e degli ambienti di sviluppo economico, ancora al di sotto delle sue potenzialità.
In particolare, l'approccio del partenariato territoriale internazionale si presenta come un'opportunità per sviluppare innovazione nei sistemi produttivi di entrambe le parti, a partire da complementarità produttive e collaborazioni all’interno delle filiere internazionali.
 L'internazionalizzazione del tessuto di piccole e medie imprese  non significa perciò solo piccole e medie imprese; ma significa sfruttare al meglio le sinergie potenziali tra i diversi soggetti, pubblici e privati (amministrazioni pubbliche centrali e locali, banche e istituzioni finanziarie, imprese, cooperative, sindacati, ...) con cui le Piccole e medie imprese si rapportano, mettendoli in rete e andando al di là di una divisione netta tra vocazione commerciale e gli investimenti.
Il ruolo di stimolo e accompagnamento istituzionale da parte delle politiche pubbliche – e segnatamente della politica economica estera - è un fattore fondamentale, che può fare la differenza..
Allora, si tratta di rafforzare i legami, partendo non solo dalle eccellenze, ma anche di guardare ambiziosamente oltre, combinando i tre pilastri dello sviluppo (crescita economica, sviluppo sociale e sostenibilità ambientale), mettendo al centro l'idea forte di un modello  fino a sviluppare la visione politica di un nuovo asse meridionale delle relazioni transatlantiche europee, superando il solo rapporto tra Europa e Stati Uniti e costruendo, secondo me, un rapporto triangolare tra Africa, America Latina ed Europa del Sud. 
Vincenzo Lista 















mercoledì 30 marzo 2016

"EUROPA DEL SUD-AMERICHE LATINE": CONOSCIAMO IL RELATORE LUCIANO VASAPOLLO

Nel ricordarvi l'appuntamento "EUROPA DEL SUD-AMERICHE LATINE" venerdì primo aprile alle ore 16 presso la Sala Conferenze del Broletto di Via Paratici 21 a Pavia, vi presentiamo la figura del relatore meno conosciuto al pubblico pavese, il Prof. Luciano Vasapollo di Roma, attraverso le recensioni di due suoi libri a cura del Prof. Franco Lucchese (Sapienza Università di Roma). Buona lettura e vi attendiamo numerosi! 

La produzione letteraria del Prof Vasapollo è incentrata sull’idea di integrazione tra culture, idea che guida tutti i suoi lavori. Nel volume “La lumaca nella terra dei Sud” (Pioda Edizioni, 2016), per esempio, l'idea di impaginare il volume sia in italiano che in spagnolo, ci accompagna piano piano, metaforicamente, nella lettura, partendo da una delle due versioni, all'incontro delle due culture. Il testo, come del resto tutta la produzione letteraria, ci presenta alcune idee fondamentali sulla valorizzazione delle culture prese in considerazione. Nell’elogio al Presidente dello stato plurinazionale di Bolivia, Evo Morales, in occasione della consegna del titolo di Doctor Honoris causa da parte di Sapienza Università di Roma, il Prof. Vasapollo scrive: “…bisogna rendere universale il paradigma del Vivir Bien con condizioni di armonia con tutti gli esseri viventi dei Pachamama, nella salvaguardia assoluta di tutti i beni collettivi come diritti dell’umanità…non crediamo nella concezione lineare e accumulativa del progresso e dello sviluppo illimitato sulle spalle degli altri e della natura. Dobbiamo essere complementari e non competere. Dobbiamo condividere e non approfittarci del vicino. Vivir Bien è pensare non solo in termini di reddito procapite, ma anche di identità culturale, di comunità, di armonia tra di noi e con la nostra Madre Terra. Questi concetti è possibile attuarli se si intraprendono percorsi che si fondano sulla rottura con la visione etnocentrica. Infatti la cosmovisione indigena e contadina comprende la vita in tutte le sue forme, non solo quella umana.”
Molti sono i riferimenti alla civiltà contadina in un'altra pubblicazione, "L'ALBA di una futura umanità"(Natura e Avventura Edizioni e Pioda Edizioni, 2015), a volte con immagini in cui sembra di essere trasportati visivamente ed emotivamente. Descrizioni però che evolvono verso una razionalizzazione di carattere economico-critico, per la spiegazione e la indicazione delle soluzioni esistenti, non fermandosi a questo, ma dirigendosi verso una integrazione di spiegazioni e modelli che molto hanno a che fare con la visione marxiana dell’impossibilità di divisione netta tra le discipline. La conoscenza del mondo, anche se viene da persone che per molti sarebbero “analfabeti”, porta valori e strumenti di altissimo valore. E’ questo uno dei messaggi principali del libro. Per il Prof Vasapollo le genti della Calabria, di Cuba, della Bolivia, del Venezuela portano alla nostra visione della vita un contributo preziosissimo per l’identificazione di stili di vita più adatti al miglioramento della qualità della vita di altri basati essenzialmente sul profitto di pochi e sullo sfruttamento di tanti. Due citazioni sembrano significative, tra le tante, per chiarire anche titolo e riferimenti: “Quasi tutte le lumache più vecchie intrapresero lentamente, molto lentamente, il ritorno alla pianta di calicanto, mentre le più giovani rivolsero i loro cornini con gli occhi verso Ribelle. “E’ vero che non sono sicura di trovare il nuovo Paese del Dente di Leone. E’ vero che non so dov’è, né quanto tempo impiegheremo ad arrivare. E’ vero che non so se incontreremo grandi pericoli e se arriveremo tutte. Ma so che il nuovo Paese del dente di leone è davanto a noi e non alle nostre spalle. io proseguirò. Voi potete venire con me o tornare indietro. ”” L. Sepùlveda, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza. “Sarà perché tutta la mia formazione intellettuale è stata d’ordine polemico; anche il “pensare disinteressatamente” mi è difficile, cioè lo studio per lo studio. Solo qualche volta, ma di rado, mi capita di dimenticarmi in un determinato ordine di riflessioni, e di trovare, per dir così, nelle cose in sé l’interesse per dedicarmi alla loro analisi. Ordinariamente mi è necessario pormi da un punto di vista dialogico o dialettico, altrimenti non sento nessuno stimolo intellettuale. Come ti ho detto una volta, non mi piace tirar sassi nel buio; voglio sentire un interlocutore o un avversario in concreto!. A. Gramsci, Lettere dal carcere. 

Per approfondire i temi del convegno, oltre alle due pubblicazioni del Prof. Vasapollo, consigliamo anche: