A Pavia presso il Centro del
volontariato si è svolta un’azione di solidarietà per sostenere il "Modello Riace". Erano presenti 20 o più Associazioni di cultura
religiosa, civile. laica, tra cui anche Città del Sole. Pubblichiamo di seguito una interessante riflessione scritta a più mani da alcuni sostenitori di Città del Sole.
La storia di Mimmo Lucano, Sindaco di
Riace, è Storia di migranti, accoglienza e integrazione: un modello divenuto
famoso in tutto il mondo, dalla fine degli anni ’90, come Modello Riace e che è
valso al sindaco diversi riconoscimenti per l’attività svolta e per aver messo in
pratica quei valori dell’ospitalità tipici delle genti del Sud. Ma anche per
aver restituito dignità al paese stesso, dal punto di vista sociale, economico
e culturale. Riace, infatti, era un paese spopolato, le attività commerciali erano scarse, le case erano vuote, così come le scuole e il lavoro era solo un’utopia. Il piccolo comune
calabrese di Riace ha nel corso del tempo rivelato il volto buono
dell’accoglienza: paese del sud, a lungo luogo di partenze, è diventato luogo
di arrivi, aprendo le porte a migranti giunti sulle nostre coste
alla ricerca di una dimensione e di una terra, in fuga dalla guerra e spinti da
un forte desiderio di libertà. I primi profughi curdi e iracheni nel luglio del 1998 grazie anche alla
lungimiranza del vescovo Bregantini, vennero ospitati nella Casa del
Pellegrino, con l’intento di dare i conforti di
prima necessità. Si incontrano però due problematiche, una universale, la lotta per la
libertà, e una locale, la lotta per la sopravvivenza. La
capacità di Mimmo Lucano di vedere quello sbarco non solo con spirito
umanitario, ma come possibilità e risorsa per lo stesso paese ha modificato in
meglio la vita non solo di un borgo e delle famiglie che vi abitavano. Infatti fu sua l’idea di operare per
dare un vantaggio ad entrambe le parti: un tetto e un’occupazione ai profughi
che chiedevano accoglienza nella dignità; al paese dimenticato l’avvio di un riscatto
sociale, ripopolandolo e offrendogli una possibilità di crescita. Da quell’idea
nacque anche l’Associazione Città
Futura – Pino Puglisi.
Il sistema accoglienza di Riace è diventato un vero progetto civile dal 2001, quando Mimmo Lucano, sindaco con una lista civica, basando i suoi interventi su tre principi: accoglienza, integrazione, lavoro, ha trasformato un paese di 900 abitanti, in un vivace laboratorio sociale di oltre 2000 persone, metà delle quali sono stranieri. Con l’aiuto dei migranti, sono risorti laboratori artigianali di ceramica, tessitura o piccole ditte edili. Altri migranti lavorano come interpreti, mediatori culturali, giardinieri, allevatori e alcuni sono occupati nella pulizia delle strade, nella cura del verde pubblico, o anche tenendo pulite le spiagge di Riace Marina, le stesse che hanno visto il recupero dei famosi Bronzi. La crescita del paese, la vita nelle case e per le strade, l’offerta di servizi pubblici per la comunità sono il segno evidente di un modello che ha funzionato, e che funziona. Ma l’aspetto vincente del “modello Riace” è legato a due concetti: i bonus e le borse lavoro. I bonus sono una specie di microcredito, una moneta locale che consente ai migranti di acquistare merci e servizi tra gli esercenti del paese in attesa dei contributi economici statali che spesso arrivano tardivamente. Sappiamo come alcune cooperative hanno utilizzato i famosi 35,00 € al giorno destinati alla gestione dei migranti. Lucano ha ottenuto gli stessi contributi, ma ha investito quei soldi per garantire occupazione e integrazione. Non ci sono giunte da Riace immagini di migranti stipati in capannoni fatiscenti, di brandine, di locali senza servizi igienici, di giovani costretti a bighellonare; abbiamo visto, invece, immagini di case vere, aperte per ospitare i rifugiati, quasi da subito, quando il Sindaco ebbe l’idea di chiedere agli emigranti in giro per il mondo di poter utilizzare le loro case abbandonate di Riace Superiore, e l’adesione fu immediata e commovente.
Le borse lavoro hanno permesso ai
richiedenti asilo di ottenere
un lavoro presso le botteghe artigianali del paese, di contribuire allo
sviluppo socio-economico della zona e di rafforzare la coesione sociale grazie
ai quotidiani rapporti tra le persone. Ecco perché il modello Riace è arrivato
all’attenzione mondiale: nel 2015 è stato premiato a Berna dalla Fondazione per la Libertà e i
diritti umani e nel 2016 è stato inserito al quarantesimo posto
tra le persone più influenti del mondo, dalla rivista Fortune. Insomma,
l’umile Sindaco della piccola Riace si è fatto conoscere. Ma la fama porta
glorie e sventure, stando agli sviluppi di cui la cronaca ci aggiorna. Ribadiamo ampia solidarietà e sostegno al
Sindaco Mimmo Lucano, certi che il Modello Riace sopravviverà, perché
l’umanità è più forte delle carte bollate e soprattutto perché il Modello Riace può
essere inteso come alternativa ai traffici della ‘ndrangheta: il riscatto del sud si può costruire
proprio a partire dall’accoglienza.