martedì 13 novembre 2018

Città del Sole a sostegno del"Modello Riace" per i migranti


A Pavia presso il Centro del volontariato si è svolta un’azione di solidarietà per sostenere il "Modello Riace". Erano presenti 20 o più Associazioni di cultura religiosa, civile. laica, tra cui anche Città del Sole. Pubblichiamo di seguito una interessante riflessione scritta a più mani da alcuni sostenitori di Città del Sole. 

La storia di Mimmo Lucano, Sindaco di Riace, è Storia di migranti, accoglienza e integrazione: un modello divenuto famoso in tutto il mondo, dalla fine degli anni ’90, come Modello Riace e che è valso al sindaco diversi riconoscimenti per l’attività svolta e per aver messo in pratica quei valori dell’ospitalità tipici delle genti del Sud. Ma anche per aver restituito dignità al paese stesso, dal punto di vista sociale, economico e culturale. Riace, infatti, era un paese spopolato, le attività commerciali erano scarse, le case erano vuote, così come le scuole e il lavoro era solo un’utopia. Il piccolo comune calabrese di Riace ha nel corso del tempo rivelato il volto buono dell’accoglienza: paese del sud, a lungo luogo di partenze, è diventato luogo di arrivi, aprendo le porte a migranti giunti sulle nostre coste alla ricerca di una dimensione e di una terra, in fuga dalla guerra e spinti da un forte desiderio di libertà. I primi profughi curdi e iracheni nel luglio del 1998 grazie anche alla lungimiranza del vescovo Bregantini, vennero ospitati nella Casa del Pellegrino, con l’intento di dare i conforti di prima necessità. Si incontrano però due problematiche, una universale, la lotta per la libertà, e una locale, la lotta per la sopravvivenza. La capacità di Mimmo Lucano di vedere quello sbarco non solo con spirito umanitario, ma come possibilità e risorsa per lo stesso paese ha modificato in meglio la vita non solo di un borgo e delle famiglie che vi abitavano. Infatti fu sua l’idea di operare per dare un vantaggio ad entrambe le parti: un tetto e un’occupazione ai profughi che chiedevano accoglienza nella dignità; al paese dimenticato l’avvio di un riscatto sociale, ripopolandolo e offrendogli una possibilità di crescita. Da quell’idea nacque anche l’Associazione Città Futura – Pino Puglisi.

Il sistema accoglienza di Riace è diventato un vero progetto civile dal 2001, quando Mimmo Lucano, sindaco con una lista civica, basando i suoi interventi su tre principi: accoglienza, integrazione, lavoro, ha trasformato un paese di 900 abitanti, in un vivace laboratorio sociale di oltre 2000 persone, metà delle quali sono stranieri. Con l’aiuto dei migranti, sono risorti laboratori artigianali di ceramica, tessitura o piccole ditte edili. Altri migranti lavorano come interpreti, mediatori culturali, giardinieri, allevatori e alcuni sono occupati nella pulizia delle strade, nella cura del verde pubblico, o anche tenendo pulite le spiagge di Riace Marina, le stesse che hanno visto il recupero dei famosi Bronzi.  La crescita del paese, la vita nelle case e per le strade, l’offerta di servizi pubblici per la comunità sono il segno evidente di un modello che ha funzionato, e che funziona. Ma l’aspetto vincente del “modello Riace” è legato a due concetti: i bonus e le borse lavoro. I bonus sono una specie di microcredito, una moneta locale che consente ai migranti di acquistare merci e servizi tra gli esercenti del paese in attesa dei contributi economici statali che spesso arrivano tardivamente. Sappiamo come alcune cooperative hanno utilizzato i famosi 35,00 € al giorno destinati alla gestione dei migranti. Lucano ha ottenuto gli stessi contributi, ma ha investito quei soldi per garantire occupazione e integrazione. Non ci sono giunte da Riace immagini di migranti stipati in capannoni fatiscenti, di brandine, di locali senza servizi igienici, di giovani costretti a bighellonare; abbiamo visto, invece, immagini di case vere, aperte per ospitare i rifugiati, quasi da subito, quando il Sindaco ebbe l’idea di chiedere agli emigranti in giro per il mondo di poter utilizzare le loro case abbandonate di Riace Superiore, e l’adesione fu immediata e commovente.

Le borse lavoro hanno permesso ai richiedenti asilo di ottenere un lavoro presso le botteghe artigianali del paese, di contribuire allo sviluppo socio-economico della zona e di rafforzare la coesione sociale grazie ai quotidiani rapporti tra le persone. Ecco perché il modello Riace è arrivato all’attenzione mondiale: nel 2015 è stato premiato a Berna dalla Fondazione per la Libertà e i diritti umani e nel 2016 è stato inserito al quarantesimo posto tra le persone più influenti del mondo, dalla rivista Fortune. Insomma, l’umile Sindaco della piccola Riace si è fatto conoscere. Ma la fama porta glorie e sventure, stando agli sviluppi di cui la cronaca ci aggiorna. Ribadiamo ampia solidarietà e sostegno al Sindaco Mimmo Lucano, certi che il Modello Riace sopravviverà, perché l’umanità è più forte delle carte bollate e soprattutto perché il Modello Riace può essere inteso come alternativa ai traffici della ‘ndrangheta: il riscatto del sud si può costruire proprio a partire dall’accoglienza.



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