giovedì 1 dicembre 2016

Gioacchino da Fiore futuro Santo?

L’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Nistico’, ha donato a Papa Francesco un quadro del pittore calabrese Aldo Turchiaro. L’opera, di grandi dimensioni (1.90 x 1.90 metri), rappresenta l’abate Gioacchino da Fiore, nato a Celico, in provincia di Cosenza, la stessa cittadina in cui e’ nato anche il pittore.
Il dono. “E’ stata una giornata di sole – ha detto Nistico’ dopo l’incontro – in cui il quadro di Gioacchino risplendeva in tutti i suoi particolari: un uomo dal volto luminoso con gli occhi volti all’infinito che vedono il futuro, una folta barba , un corpo slanciato con possenti anche e mani forti, la mano destra che stringe un lungo bastone giallo e la mano sinistra che tiene una bisaccia pesante, la bisaccia in cui sono racchiuse le speranze come dice Turchiaro. Alla sinistra, a fianco di Gioacchino da Fiore un enorme uccello con un occhio giallo, metallico. Intorno all’abate piccoli uccelli colorati e ai suoi piedi un piccolo lupo. E’ un vero capolavoro – ha detto ancora Nistico’ – in cui non c’e’ gerarchia fra le figure, fra uomo e animali. Tutti hanno pari dignita’ e questo riflette anche la concezione di Papa Francesco”. Nistico, rivolgendosi al Papa mentre gli stringeva le mani, ha detto: “Santita’, innanzi tutto la mia devozione, poi le ho portato il dono del pittore Turchiaro, grande artista della Calabria, la mia regione di cui sono stato presidente e cioe’ il quadro di San Gioacchino da Fiore”.

La devozione. A questo punto – racconta ancora Nistico’ – papa Francesco mi interrompe e dice alta voce: “Ma Gioacchino non e’ ancora Santo!”. Ecco perche’ ho continuato io – prosegue Nistico – merita di essere santo perche’ nella sua profezia dell’era dello Spirito Santo aveva previsto in maniera chiara che in questa era le porte della Chiesa si sarebbero spalancate ai poveri. E’ questa, ho detto io con convinzione, l’era di Papa Francesco! Lui dopo aver ammirato Gioacchino da Fiore mi guardava con un volto raggiante e sorridente. Il secondo dono – dice Nistico’ – e’ una busta in cui gli ho detto ci sono alcuni miei scritti fra cui i miei ricordi quando da governatore della Calabria ho avuto l’onore di visitare alla Casa Rosada il Presidente Menem e poi i grandi geni di origine calabrese, il maestro Cadicamo, il numero 1 del Tango, nel mondo e lo scrittore Ernesto Sabato. Infine un piccolo regalo del mio piccolo Salvatore, l’ultimo suo CD. Ci siamo lasciati – spiega Nistico’ – con un sorriso e da parte mia con una intensa commozione. E’ stato un incontro breve ma denso di contenuti e per me certamente indelebile”. 

COMUNICATO STAMPA a cura di CITTA' DEL SOLE 

Il prof. Nisticò ha portato di recente all’attenzione del Santo Padre la figura di Gioacchino da Fiore!  Il  dono fatto al Santo Padre del dipinto di Aldo Turchiaro raffigurante il grande abate originario di Celico (CS) ha il merito di riproporre, per una più adeguata comprensione, la complessità della figura di Gioacchino, teologo, mistico e  annunciatore dell’ “età dello Spirito”.  Se guardiamo alla storia, « … il calabrese abate Gioacchino “ di spirito profetico dotato » come scrive Dante nel Paradiso (vv.  140-141 - vedi Basilica di S.Agostino a Pavia),  uomo di pace e di mediazione culturale fu ispiratore di una nuova lettura della storia della Salvezza che superò la tripartizione tutta agostiniana dell’età “prima della legge, sotto la legge, sotto la grazia” nella visione del tempo “prima della legge, sotto la legge, sotto il Vangelo,  l’età dello Spirito”.   Una proposta ardita quella del Prof. Nisticò che,  allunga il tempo della salvezza, sicuramente originale come è stato il  contributo di Gioacchino da Fiore alla cultura e all’arte;   la sua figura e il suo pensiero sono  stati ripresi e riproposti più volte nel  Duomo di Assisi e   la grandezza dell’abate Gioacchino non si discute. Ciò che ancora risalta è il  tentativo di dare una risposta alle domande di senso che albergano nel cuore di ogni uomo. Ecco perché Gioacchino, al pari di Agostino e di altri grandi convertiti, sono icone da proporre ad ogni uomo assetato di infinito che mette in gioco se stesso al fine di conoscere la vera vita, il senso ultimo della sua esistenza. Encomiabile davvero l’ iniziativa  che il prof. Nisticò  di riproporre al Papa una figura a volte tormentata ma sicuramente complessa, che ancora può dirci tanto per le geniali intuizioni ispirate che ha avuto; una figura sicuramente meritevole di ulteriori studi e approfondimenti. Il Prof. Nisticò, con il suo amore Calabria, non poteva tacere oltre la grandezza di questo personaggio e ha avuto il coraggio e il merito di averlo riproposto all’attenzione parlandone proprio al Santo Padre, cioè alla Chiesa intera di cui Gioacchino si è sempre proclamato figlio ubbidiente. Auspichiamo che studi ulteriori facciano il loro corso e così pure gli approfondimenti ecclesiastici al fine di poter venerare presto sugli altari Gioacchino da Fiore.

Vincenzo Lista