SEVERINO
BOEZIO / EREDITA’ CLASSICA e CULTURA
CRISTIANA
Nella
Diocesi di Pavia, Severino Boezio è venerato Santo e Martire, per aver subito
la condanna a morte da parte dell’Imperatore Teodorico a causa della verità e
della carità, per aver difeso il collega Albino dall’accusa di lesa maestà.
Durante la prigionia nella famosa Torre di Pavia scrisse il diario a forma di
dialogo con la Filosofia, dove dimostra tutta la sua appartenenza all’eredità
classica e tutta la sua fede nel Dio sommo Bene, che lo ha riscattato
dall’ingiustizia e dalla malvagità umana e politica.
EREDITA’
CLASSICA
Lo stile del
suo diario, De consolatione philosophiae,
dimostra tutta la sua appartenenza al mondo classico. Anzitutto la sua forma
poetica e poi gli innumerevoli riferimenti alla filosofia classica, di
Aristotele, di Platone e dei Neoplatonici,
e degli Stoici.
CULTURA
CRISTIANA
Il
cristianesimo non è professato esplicitamente e di proposito nel suo Diario,
per dimostrare che di fronte all’ingiustizia e alla persecuzione tutta la
verità della ricerca filosofica coincide con il messaggio cristiano. Severino
si dimostra un vero maestro della vita interiore, che trova nella struttura
della nostra interiorità le risorse necessarie per superare il dominio della
violenza, dell’ingiustizia e dell’inganno. Il dialogo con la verità che abita
nell’uomo interiore permette a chi è condannato ingiustamente di ritrovare la
forza della giustizia e la vera prospettiva della vita futura, basata sul bene
compiuto e sul premio del Sommo Bene. Questi valori ci permettono di collegare
Boezio con la migliore filosofia cristiana, professata da S. Agostino nelle sue
opere più note (vedi “De vera religione”
, “Confessiones” e “De civitate Dei”). Nel diario della “Consolatione” il
riferimento ai testi cristiani non è immediato; non si parla volutamente di Cristo,
ma lo si suppone attraverso l’illuminazione della filosofia, cioè del vero
amore alla sapienza, professato dai veri filosofi delle più grandi scuole.
Questa coincidenza dimostra la potenza e l’unità della struttura interiore
dell’umanità. Non è vero che vince sempre il male e la prepotenza: al
contrario, chi crede nella verità e nel bene, troverà in questi valori il
premio di una vita senza fine. Lo studio della vera filosofia è la strada che
porta alla vera beatitudine e che difende da ogni sopruso; la politica scelta
per il bene comune porta alla vera costruzione dello Stato e al premio di chi
ha vissuto per il bene dell’umanità.
Dio ci ha
creati capaci di intendere e di amare: se sappiamo riflettere e credere nei
valori che dirigono la nostra vita, nel silenzio, rientrando spesso in noi stessi
e lasciandoci illuminare dalla consolazione della filosofia, troviamo la via
universale, confermata dalla fede e propiziata dalla nostra struttura
antropologica, che ci permette, come a Boezio, di raggiungere la vera maturità
e quella sicurezza interiore che è più forte di ogni violenza.
E’ bello
vedere in S. Pietro in Ciel d’oro di Pavia la perfetta corrispondenza tra
Agostino (sul piano di sopra) e Boezio (nella cripta): lo stesso cammino
culturale, la stessa fede, la stessa dedizione all’umanità attraverso
l’insegnamento e la politica. Due giganti del pensiero e due eroi della
perfetta carità: continuano a testimoniare ad ogni pellegrino la strada della
vera dignità umana.
Un
piccolo suggerimento culturale
Severino Boezio
va conosciuto di più tra gli studenti e non solo quelli di filosofia; a Pavia
va conosciuto di più da tutta la gente. E’ una questione di traduzione e di
vera mediazione, perché la sapienza del suo Diario è la sapienza popolare di
sempre. Se non ci preoccupiamo di mantenere viva questa tradizione, che prima
di essere culturale o semplicemente filosofica è veramente popolare, rischiamo
di produrre musei più che santuari. Ci dobbiamo impegnare a tradurre il De
Consolatione con un linguaggio più accessibile e popolare, più vicino al modo
di pensare dei nostri saggi di sempre. Sono utili le note storiche e i
riferimenti al mondo antico, ma il dialogo sapienziale va conservato nella
vivacità di sempre: così si apprezza il genio e il
sacrificio di una vita. Proviamoci.
Mons. Giovanni Scanavino O.S.A.- Vescovo
emerito di Orvieto-Todi
* Dagli atti del Convegno "Severino Boezio e
Flavio Cassiodoro: eredità classica e cultura cristiana" svoltosi con
grande successo di pubblico a Pavia lo scorso 29 settembre 2017.
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