sabato 7 ottobre 2017

SEVERINO BOEZIO / EREDITA’ CLASSICA e CULTURA CRISTIANA di Mons. Giovanni Scanavino*



SEVERINO BOEZIO / EREDITA’ CLASSICA  e CULTURA CRISTIANA
Nella Diocesi di Pavia, Severino Boezio è venerato Santo e Martire, per aver subito la condanna a morte da parte dell’Imperatore Teodorico a causa della verità e della carità, per aver difeso il collega Albino dall’accusa di lesa maestà. Durante la prigionia nella famosa Torre di Pavia scrisse il diario a forma di dialogo con la Filosofia, dove dimostra tutta la sua appartenenza all’eredità classica e tutta la sua fede nel Dio sommo Bene, che lo ha riscattato dall’ingiustizia e dalla malvagità umana e politica.
EREDITA’ CLASSICA
Lo stile del suo diario, De consolatione philosophiae, dimostra tutta la sua appartenenza al mondo classico. Anzitutto la sua forma poetica e poi gli innumerevoli riferimenti alla filosofia classica, di Aristotele, di Platone e dei Neoplatonici,    e degli Stoici.
CULTURA CRISTIANA
Il cristianesimo non è professato esplicitamente e di proposito nel suo Diario, per dimostrare che di fronte all’ingiustizia e alla persecuzione tutta la verità della ricerca filosofica coincide con il messaggio cristiano. Severino si dimostra un vero maestro della vita interiore, che trova nella struttura della nostra interiorità le risorse necessarie per superare il dominio della violenza, dell’ingiustizia e dell’inganno. Il dialogo con la verità che abita nell’uomo interiore permette a chi è condannato ingiustamente di ritrovare la forza della giustizia e la vera prospettiva della vita futura, basata sul bene compiuto e sul premio del Sommo Bene. Questi valori ci permettono di collegare Boezio con la migliore filosofia cristiana, professata da S. Agostino nelle sue opere più note (vedi “De vera  religione” , “Confessiones” e “De civitate Dei”). Nel diario della “Consolatione” il riferimento ai testi cristiani non è immediato; non si parla volutamente di Cristo, ma lo si suppone attraverso l’illuminazione della filosofia, cioè del vero amore alla sapienza, professato dai veri filosofi delle più grandi scuole. Questa coincidenza dimostra la potenza e l’unità della struttura interiore dell’umanità. Non è vero che vince sempre il male e la prepotenza: al contrario, chi crede nella verità e nel bene, troverà in questi valori il premio di una vita senza fine. Lo studio della vera filosofia è la strada che porta alla vera beatitudine e che difende da ogni sopruso; la politica scelta per il bene comune porta alla vera costruzione dello Stato e al premio di chi ha vissuto per il bene dell’umanità.
Dio ci ha creati capaci di intendere e di amare: se sappiamo riflettere e credere nei valori che dirigono la nostra vita, nel silenzio, rientrando spesso in noi stessi e lasciandoci illuminare dalla consolazione della filosofia, troviamo la via universale, confermata dalla fede e propiziata dalla nostra struttura antropologica, che ci permette, come a Boezio, di raggiungere la vera maturità e quella sicurezza interiore che è più forte di ogni violenza.
E’ bello vedere in S. Pietro in Ciel d’oro di Pavia la perfetta corrispondenza tra Agostino (sul piano di sopra) e Boezio (nella cripta): lo stesso cammino culturale, la stessa fede, la stessa dedizione all’umanità attraverso l’insegnamento e la politica. Due giganti del pensiero e due eroi della perfetta carità: continuano a testimoniare ad ogni pellegrino la strada della vera dignità umana.
Un piccolo suggerimento culturale
Severino Boezio va conosciuto di più tra gli studenti e non solo quelli di filosofia; a Pavia va conosciuto di più da tutta la gente. E’ una questione di traduzione e di vera mediazione, perché la sapienza del suo Diario è la sapienza popolare di sempre. Se non ci preoccupiamo di mantenere viva questa tradizione, che prima di essere culturale o semplicemente filosofica è veramente popolare, rischiamo di produrre musei più che santuari. Ci dobbiamo impegnare a tradurre il De Consolatione con un linguaggio più accessibile e popolare, più vicino al modo di pensare dei nostri saggi di sempre. Sono utili le note storiche e i riferimenti al mondo antico, ma il dialogo sapienziale va conservato nella vivacità di sempre: così si apprezza il genio e il sacrificio di una vita. Proviamoci.

Mons. Giovanni Scanavino O.S.A.- Vescovo emerito di Orvieto-Todi

 * Dagli atti del Convegno "Severino Boezio e Flavio Cassiodoro: eredità classica e cultura cristiana" svoltosi con grande successo di pubblico a  Pavia lo scorso 29 settembre 2017. 

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