martedì 10 novembre 2015

"Emergenza abitativa - Integrazione sociale - Sviluppo economico" - L'intervento di Daniele Bosone

Pubblichiamo di seguito una sintesi scritta degli interventi avvenuti nel corso dell'incontro pubblico organizzato da Città del Sole su "Emergenza abitativa - Integrazione sociale - Sviluppo economico" lo scorso 26 ottobre in Santa Maria Gualtieri a Pavia. 

4) Intervento di Daniele Bosone, Presidente della Provincia di Pavia

Emergenza abitativa, nuovi flussi migratori, nuove povertà e situazione economica sono tutti fattori che si intrecciano fra loro e che creano una sorta di emergenza sociale che non va "scotomizzata" ma governata sia dal Governo nazionale che dai Governi locali.
Va infatti sottolineato che la domanda abitativa non è solo legata ai flussi migratori, cui dedicherò l'ultima parte del mio intervento. Purtroppo la crisi economica che ancora sta manifestandosi con alti tassi di disoccupazione e con fenomeni di "sotto-occupazione" crea due situazioni: famiglie italiane che da una situazione di normalità si ritrovano a non poter più pagare mutuo o affitto a causa della perdita di lavoro di uno dei coniugi o di una separazione coniugale o, ancora peggio, di una malattia cronica e che subisco sfratti o pignoramenti. La lunga lista di case all'asta dei tribunali parla da sè. In questo caso l'emergenza sociale cui spesso i comuni non riescono a far fronte è tremenda; può essere anche una fase temporanea della vita di una famiglia, ma è sempre drammatica e spesso lascia conseguenze non riparabili. Altro caso sono i giovani in cerca di lavoro o disoccupati che si sposano e non riescono a pagarsi l'affitto, finendo quindi a vivere a casa di uno o l'altro genitore.
A questi fenomeni si sovrappone poi la questione migranti. Non tutti sono profughi, cioè scappano da scenari di guerra o drammi sociali. Molti sono migranti veri e propri e sfuggono dalla povertà strutturale dei propri paesi. Oggi in provincia di Pavia ospitiamo quasi 1000 migranti, ivi compresi i profughi. Molti arrivano, vengono ospitati nei centri di accoglienza allestiti dalla Prefettura in collaborazione con gli enti Locali, la Croce Rossa  o gli albergatori e poi se ne vanno. Alcuni tendono a rimanere e vengono inseriti nei progetti di inserimento SPRAR coordinati dalla Provincia insieme alla Prefettura e al Privato Sociale. Sono circa 90, per lo più giovani maschi e alcune famiglie. Lo SPRAR è di fatto un percorso in cui vengono insegnati loro lingua e lavoro. Ma i migranti che restano sul territorio per lavorare hanno poi bisogno di alloggi a basso affitto, così come alcuni stranieri che migrano in italia anche dalla Cina per intraprendere attività commerciali o semplicemente per lavorare.
Ecco quindi che il problema "casa" ritorna. Va detto che le case popolari, realizzate con investimenti totalmente pubblici, in cui negli anni 50-70 venivano accolte le famiglie del Nord meno facoltose e le famiglie di immigrati del Sud, sono una soluzione ad oggi non più percorribile.
Si stanno quindi diffondendo modalità di collaborazione pubblico-privato di Housing Sociale; si tratta di soluzioni abitative a basso costo di affitto, spesso sostenute dalle Fondazioni Bancarie, di cui Fondazione Cariplo è stata la prima ispiratrice, in cui il soggetto che può essere la famiglia in difficoltà o la famiglia di migranti o studenti o giovani coppie possano trovare ospitalità per un tempo limitato da mesi a pochi anni, in attesa di una soluzione più definitiva. Sono esperienze purtroppo diffuse solo nei grandi Centri Urbani in quanto devono avere grandi dimensioni per potersi economicamente sostenere. Tuttavia sarebbe interessante anche avere esperienze in territori rurali o realtà urbane come quella di Pavia.
Come si vede la complessità è tanta perchè la nostra è una società complessa. L'idea di rispondere a tanta complessità con messaggi semplici e rozzi come quelli che tendono a non vedere i fenomeni migratori come connaturati alla globalità, ma come semplicemente un fastidio da tenere lontano appaiono ridicoli nella loro insufficienza. Un proclama in piazza o uno slogan in televisione può far piacere a tante persone, ma non a risolvere fenomeni "epocali" che stanno ben oltre il nostro potere ed i nostri desideri. Noi abbiamo solo il dovere, oltre che la possibilità, di governarli in modo ordinato e sicuro, senza mettere la testa sotto terra ma sfoderando capacità di accoglienza, umanità ma anche determinazione nel far rispettare le regole e la cultura che caratterizzano la nostra convivenza. Nuovi modelli richiedono nuove idee e forte motivazione perchè gli eventi vanno governati e non subiti.   


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