lunedì 9 novembre 2015

"Emergenza abitativa - Integrazione sociale - Sviluppo economico" - L'intervento di Vincenzo Lista

Pubblichiamo di seguito una sintesi scritta degli interventi avvenuti nel corso dell'incontro pubblico organizzato da Città del Sole su "Emergenza abitativa - Integrazione sociale - Sviluppo economico" lo scorso 26 ottobre in Santa Maria Gualtieri a Pavia. 

1) Intervento di Vincenzo Lista, Coordinatore di Città del Sole 
Le trasformazioni che sono avvenute nel tessuto sociale, riferite alle situazioni locali ed ai contesti urbani e regionali. esigono risposte di edilizia sociale differenziata. Agli "ultimi" che sono i poveri, possiamo aggiungere i "penultimi" ed i "terzultimi". Tra i "penultimi- si possono collocare gli studenti ed i lavoratori fuori sede, i single ed in gene­rale le persone sole.  Tra i 'terzultimi" rientrano coloro che hanno un reddi­to poco sicuro e i profughi.
I motivi del cambiamento della domanda sociale vanno ricercati nella precarietà del lavoro, nell'aumento dell'età, nell'aumento delle famiglie mo­noreddito o composte da una persona, nella presenza sempre più cospicua di studenti universitari fuori sede, che a causa della mobilità richiedono alloggi con canoni di affitto adeguati, nella crescente presenza degli immigrati, di qui non è conosciuto il numero reale e quindi il fabbisogno effettivo. Ad essi, che sono portatori di  bisogni abitativi differenziati e molto spesso trovano allog­gio nei quartieri più degradati della città, vanno aggiunti i separati e gli an­ziani che spesso, a causa del basso reddito, non possono sostenere il rincaro dei canoni con la diretta conseguenza di essere vittima di sfratto. Il progressi­vo invecchiamento della popolazione segnerà un aumento di anziani soli, non in coabitazione, che richiederanno abitazioni con particolari caratteristiche funzionali (accessibilità,servizi tecnologici particolari, ecc.) in relazione allo stato di salute ed alla situazione economica.
Di non minore difficoltà è la situazione dei giovani che, a causa del lavoro precario e flessibile, hanno difficoltà a sopportare gli aumenti dei canoni di locazione o le rate di mutuo. Infatti il costo della casa incide sempre di più sullo stipendio, crescendo in maniera sproporzionata, e pesa non soltanto sui poveri ma anche sui ceti medi. Le nuove situazioni che si sono determinate per la presenza di alcune categorie di cittadini (in particolare fuori sede ed immigrati) hanno favorito la crescita di fenomeni spesso insostenibili, illegali, in cui il valore dell'appartamento è misurato a posto letto, trascurando l'aspetto qualitativo. Esiste una relazione tra indice di povertà e fabbisogno abitativo.
Gli anni passati sono stati connotati da interventi dì edilizia sov­venzionata in risposta ad un'emergenza abitativa, con la realizzazione di quartieri periferici e marginali, spesso di scadente qualità architettonica, ca­renti di attrezzature e servizi, che si configurano come veri e propri ghetti.
Premesso che vi è un esubero di patrimonio edilizio di enti pubblici non utilizzato, al quale va aggiunto il patrimonio edilizio privato non utilizzato, rispetto al fabbisogno, che potrebbe produrre un risparmio in termini di consumo di suolo e di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, le amministrazioni dovrebbero operare principalmente su tre tipologie di in­tervento: recupero, restauro, risanamento del patrimonio edilizio. Inoltre, è auspicabile che l'Ente locale proceda all'acquisizione di aree, azione prioritaria per qualsiasi intervento, e di immobili in area urbana conso­lidata, da destinare ad edilizia sociale.
Tali interventi non sono di facile attuazione sia per i costi sia per l'eccessivo frazionamento della proprietà privata, soprattutto nei centri storici; ciò fa sì che si privilegino le nuove costruzioni utilizzando, spesso, aree residuali di verde agricolo. L'individuazione di progetti ed interventi volti al contenimento del fenomeno di diffusione edilizia e di riqualifica­zione del patrimonio immobiliare può costituire occasione per iniziare il processo indirizzato alla sostenibilità. Ben vengano i provvedimenti legislativi in aiuto alle famiglie, ma certamente questi non risolvono il problema.
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Lo Stato deve quindi canalizzare risorse ed utilizzare parte del  prelievo fiscale in questo settore per contribuire al miglioramento dell'integrazione e della coesione sociale. 

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