1) Intervento di Vincenzo Lista, Coordinatore di Città del Sole
Le trasformazioni che sono avvenute nel tessuto sociale, riferite alle situazioni locali ed ai contesti urbani e regionali. esigono risposte di edilizia sociale differenziata. Agli "ultimi" che sono i poveri, possiamo aggiungere i "penultimi" ed i "terzultimi". Tra i "penultimi- si possono collocare gli studenti ed i lavoratori fuori sede, i single ed in generale le persone sole. Tra i 'terzultimi" rientrano coloro che hanno un reddito poco sicuro e i profughi.
I motivi del
cambiamento della domanda sociale vanno ricercati nella precarietà del lavoro, nell'aumento dell'età,
nell'aumento delle famiglie monoreddito o composte da una persona, nella
presenza sempre più cospicua di studenti
universitari fuori sede, che a causa della mobilità richiedono alloggi con canoni di affitto adeguati, nella crescente
presenza degli immigrati, di qui non è conosciuto il numero reale e quindi il
fabbisogno effettivo. Ad essi, che sono portatori di bisogni abitativi differenziati e molto spesso trovano alloggio
nei quartieri più degradati della città, vanno aggiunti i separati e gli anziani che spesso, a causa del basso reddito, non
possono sostenere il rincaro dei canoni con
la diretta conseguenza di essere vittima di sfratto. Il progressivo
invecchiamento della popolazione segnerà un aumento di anziani soli, non in coabitazione, che richiederanno abitazioni con
particolari caratteristiche funzionali
(accessibilità,servizi tecnologici particolari, ecc.) in relazione allo stato di salute ed alla situazione economica.
Di non minore
difficoltà è la situazione dei giovani che, a causa del lavoro precario e flessibile, hanno difficoltà a
sopportare gli aumenti dei canoni di
locazione o le rate di mutuo. Infatti il costo della casa incide sempre di più sullo stipendio, crescendo in maniera
sproporzionata, e pesa non soltanto
sui poveri ma anche sui ceti medi. Le nuove situazioni che si sono determinate per la presenza di alcune
categorie di cittadini (in particolare fuori sede ed immigrati) hanno
favorito la crescita di fenomeni spesso insostenibili, illegali, in cui il
valore dell'appartamento è misurato a posto
letto, trascurando l'aspetto qualitativo. Esiste una relazione tra indice di povertà e fabbisogno abitativo.
Gli
anni passati sono stati connotati da
interventi dì edilizia sovvenzionata
in risposta ad un'emergenza abitativa, con la realizzazione di quartieri periferici e
marginali, spesso di scadente qualità architettonica, carenti di attrezzature e servizi, che si
configurano come veri e propri ghetti.
Premesso che vi è un esubero di patrimonio edilizio di enti pubblici non utilizzato, al quale va aggiunto il patrimonio
edilizio privato non utilizzato, rispetto
al fabbisogno, che potrebbe produrre un risparmio in termini di consumo di suolo e di opere di urbanizzazione
primaria e secondaria, le amministrazioni dovrebbero operare
principalmente su tre tipologie di intervento:
recupero, restauro, risanamento del patrimonio edilizio. Inoltre, è auspicabile che l'Ente locale proceda
all'acquisizione di aree, azione prioritaria
per qualsiasi intervento, e di immobili in area urbana consolidata, da
destinare ad edilizia sociale.
Tali interventi non sono di facile attuazione sia
per i costi sia per l'eccessivo
frazionamento della proprietà privata, soprattutto nei centri storici;
ciò fa sì che si privilegino le nuove costruzioni utilizzando, spesso, aree residuali di verde agricolo. L'individuazione
di progetti ed interventi volti al
contenimento del fenomeno di diffusione edilizia e di riqualificazione
del patrimonio immobiliare può costituire occasione per iniziare il processo indirizzato alla sostenibilità. Ben vengano
i provvedimenti legislativi in aiuto alle famiglie,
ma certamente questi non risolvono il problema.
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Lo Stato deve quindi canalizzare
risorse ed utilizzare parte del prelievo fiscale
in questo settore per contribuire al miglioramento dell'integrazione e della coesione sociale.
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