martedì 13 marzo 2018

Dal 2000 ad oggi, sempre l'uomo al centro del dibattito



Il Centro di cultura e partecipazione civile denominato “Città del Sole” coltiva la missione di osservare e riflettere sulla natura umana: l’uomo, il suo ruolo, la sua evoluzione ed i suoi bisogni.
Il presidente Giuseppe Nappi è da sempre un promotore appassionato di iniziative culturali, di ricerca scientifica e di partecipati dibattiti. Nel corso, infatti, di una recente riunione del direttivo associativo, ha esibito ed illustrato il tema di una conferenza dell’anno 2000 che proponeva l’interrogativo delle prospettive dell’uomo del 2000 in una visione di ruolo, di evoluzione e di novità dei bisogni, considerata la transitorietà dei tempi e dei costumi di allora come oggi.
Il mutamento che si presentava verso il nuovo millennio, dopo la caduta del muro di Berlino, portava la questione di ridisegnare una società frammentata ove erano aumentati i divari e le nuove povertà.
Anche nell’epoca attuale si assiste a problematiche identiche, alla transitorietà della trasformazione in atto nella società che incide sempre sul ruolo, evoluzione e novità dei bisogni.
Ad esempio, in questi ultimi anni il totale appiattimento del ceto medio produttivo, fonte in passato di crescita e veicolazione della ricchezza, rende, come scritte oggi, frasi di allora “il sapere tecnologico, la mondializzazione, il villaggio globale sono solo alcuni dei temi che appassionano e stimolano le coscienze e che spingono alla riflessione ed alla ricerca, Spesso l’uomo moderno, con i suoi timori ancestrali e dovendosi misurare con questioni sempre più grandi, si è ripiegato su sé stesso, abbandonandosi alla delega o, peggio, disinteressandosi a quanto potesse avvenire attorno a lui” .
Quindi, il percorso da intraprendere verte sulla necessità di dialogare e ascoltare la pluralità delle voci, valorizzare l’identità personale e la cultura oltre i limiti delle opportunità immediate, incontrare e confrontare le idee, nella libertà e tolleranza.
Partecipare e far partecipare le persone, renderle autonome dal pericolo del c.d. “pensiero unico”, trovare nel coinvolgimento e nel confronto dialettico quell’arricchimento culturale che partendo da esperienze diverse permette la sintesi in nome del buon senso, nell’interesse collettivo del bene comune.
Sempre, come nella visione del 2000, va posto l’uomo al centro del dibattito, promuovendo una nuova filosofia per la città, contribuendo con manifestazioni pubbliche e comunicazioni mediatiche alla sua vita culturale e sociale.
Giuseppe Carrubba

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