mercoledì 23 gennaio 2019
mercoledì 5 dicembre 2018
CICCO SIMONETTA - Il Calabrese della grande Milano
La Regione Calabria ha affidato alla Associazione CalabroLombarda l'incarico di rievocare la figura di Cicco Simonetta, nato a Caccuri, in Calabria, vissuto per 50 anni a Milano con la carica di Cancelliere del Ducato degli Sforza e deportato presso il Castello Visconteo di Pavia, dove venne giustiziato per ordine di Ludovico il Moro, ma lasciando anche a Pavia tracce della sua meritoria amministrazione, come rievocato dalle tantissime pubblicazioni dell'epoca.
Salvatore Tolomeo, Presidente dell' Associazione CalabroLombarda
martedì 13 novembre 2018
Città del Sole a sostegno del"Modello Riace" per i migranti
A Pavia presso il Centro del
volontariato si è svolta un’azione di solidarietà per sostenere il "Modello Riace". Erano presenti 20 o più Associazioni di cultura
religiosa, civile. laica, tra cui anche Città del Sole. Pubblichiamo di seguito una interessante riflessione scritta a più mani da alcuni sostenitori di Città del Sole.
La storia di Mimmo Lucano, Sindaco di
Riace, è Storia di migranti, accoglienza e integrazione: un modello divenuto
famoso in tutto il mondo, dalla fine degli anni ’90, come Modello Riace e che è
valso al sindaco diversi riconoscimenti per l’attività svolta e per aver messo in
pratica quei valori dell’ospitalità tipici delle genti del Sud. Ma anche per
aver restituito dignità al paese stesso, dal punto di vista sociale, economico
e culturale. Riace, infatti, era un paese spopolato, le attività commerciali erano scarse, le case erano vuote, così come le scuole e il lavoro era solo un’utopia. Il piccolo comune
calabrese di Riace ha nel corso del tempo rivelato il volto buono
dell’accoglienza: paese del sud, a lungo luogo di partenze, è diventato luogo
di arrivi, aprendo le porte a migranti giunti sulle nostre coste
alla ricerca di una dimensione e di una terra, in fuga dalla guerra e spinti da
un forte desiderio di libertà. I primi profughi curdi e iracheni nel luglio del 1998 grazie anche alla
lungimiranza del vescovo Bregantini, vennero ospitati nella Casa del
Pellegrino, con l’intento di dare i conforti di
prima necessità. Si incontrano però due problematiche, una universale, la lotta per la
libertà, e una locale, la lotta per la sopravvivenza. La
capacità di Mimmo Lucano di vedere quello sbarco non solo con spirito
umanitario, ma come possibilità e risorsa per lo stesso paese ha modificato in
meglio la vita non solo di un borgo e delle famiglie che vi abitavano. Infatti fu sua l’idea di operare per
dare un vantaggio ad entrambe le parti: un tetto e un’occupazione ai profughi
che chiedevano accoglienza nella dignità; al paese dimenticato l’avvio di un riscatto
sociale, ripopolandolo e offrendogli una possibilità di crescita. Da quell’idea
nacque anche l’Associazione Città
Futura – Pino Puglisi.
Il sistema accoglienza di Riace è diventato un vero progetto civile dal 2001, quando Mimmo Lucano, sindaco con una lista civica, basando i suoi interventi su tre principi: accoglienza, integrazione, lavoro, ha trasformato un paese di 900 abitanti, in un vivace laboratorio sociale di oltre 2000 persone, metà delle quali sono stranieri. Con l’aiuto dei migranti, sono risorti laboratori artigianali di ceramica, tessitura o piccole ditte edili. Altri migranti lavorano come interpreti, mediatori culturali, giardinieri, allevatori e alcuni sono occupati nella pulizia delle strade, nella cura del verde pubblico, o anche tenendo pulite le spiagge di Riace Marina, le stesse che hanno visto il recupero dei famosi Bronzi. La crescita del paese, la vita nelle case e per le strade, l’offerta di servizi pubblici per la comunità sono il segno evidente di un modello che ha funzionato, e che funziona. Ma l’aspetto vincente del “modello Riace” è legato a due concetti: i bonus e le borse lavoro. I bonus sono una specie di microcredito, una moneta locale che consente ai migranti di acquistare merci e servizi tra gli esercenti del paese in attesa dei contributi economici statali che spesso arrivano tardivamente. Sappiamo come alcune cooperative hanno utilizzato i famosi 35,00 € al giorno destinati alla gestione dei migranti. Lucano ha ottenuto gli stessi contributi, ma ha investito quei soldi per garantire occupazione e integrazione. Non ci sono giunte da Riace immagini di migranti stipati in capannoni fatiscenti, di brandine, di locali senza servizi igienici, di giovani costretti a bighellonare; abbiamo visto, invece, immagini di case vere, aperte per ospitare i rifugiati, quasi da subito, quando il Sindaco ebbe l’idea di chiedere agli emigranti in giro per il mondo di poter utilizzare le loro case abbandonate di Riace Superiore, e l’adesione fu immediata e commovente.
Le borse lavoro hanno permesso ai
richiedenti asilo di ottenere
un lavoro presso le botteghe artigianali del paese, di contribuire allo
sviluppo socio-economico della zona e di rafforzare la coesione sociale grazie
ai quotidiani rapporti tra le persone. Ecco perché il modello Riace è arrivato
all’attenzione mondiale: nel 2015 è stato premiato a Berna dalla Fondazione per la Libertà e i
diritti umani e nel 2016 è stato inserito al quarantesimo posto
tra le persone più influenti del mondo, dalla rivista Fortune. Insomma,
l’umile Sindaco della piccola Riace si è fatto conoscere. Ma la fama porta
glorie e sventure, stando agli sviluppi di cui la cronaca ci aggiorna. Ribadiamo ampia solidarietà e sostegno al
Sindaco Mimmo Lucano, certi che il Modello Riace sopravviverà, perché
l’umanità è più forte delle carte bollate e soprattutto perché il Modello Riace può
essere inteso come alternativa ai traffici della ‘ndrangheta: il riscatto del sud si può costruire
proprio a partire dall’accoglienza.
venerdì 2 novembre 2018
RINVIO DEL CONVEGNO DEL 9 NOVEMBRE
SI INFORMA CHE IL CONVEGNO DEL 9 NOVEMBRE h.16,30 PRESSO IL PALAZZO BROLETTO – PIAZZA DELLA VITTORIA: “ATTUALITA’ DEL PENSIERO PROFETICO DI GIOACCHINO DA FIORE”
PER IMPROVVISA INDISPONIBILITA’ DEL RELATORE PRINCIPALE
E’ STATO RINVIATO A DATA DA DESTINARSI
(IL DIRETTIVO “CITTA’ DEL SOLE”)
PER IMPROVVISA INDISPONIBILITA’ DEL RELATORE PRINCIPALE
E’ STATO RINVIATO A DATA DA DESTINARSI
(IL DIRETTIVO “CITTA’ DEL SOLE”)
lunedì 24 settembre 2018
ATTUALITÀ DEL PENSIERO PROFETICO DI GIOACCHINO DA FIORE: ALL’ALBA DI UN MONDO NUOVO TRA ORIENTE E OCCIDENTE
L’opera di Gioacchino da Fiore, monaco che al tramonto del dominio di
Bisanzio in terra di Calabria osò sfidare l’ortodossia della Chiesa di Roma
formulando, come metafora delle tre Età della Storia del Mondo, la teoria di un
Dio trinitario:
1. Il Dio
Padre dei Giudei delle Origini;
2.Gesù
Cristo di cui parla il Vangelo, figlio incarnato del Dio della Bibbia;
3.Lo Spirito
Santo della “Terza Età” della storia di una Umanità Nuova, in un Nuovo Ideale
Umanesimo di là da venire (relazione Don Tarzia).
Luci ed ombre dell’odierno Villaggio Globale saranno illustrate nella
relazione della Prof.ssa Renata Crotti, in anni oggi di immigrazione di massa,
di relativismo nichilista, di primato imperante della ricerca scientifica
nell’Età della Rivoluzione Tecnologica.
Il giornalista Sacchi (del
Quotidiano l’Avvenire della CEI e del Settimanale Il Ticino della Diocesi di
Pavia) concluderà gli interventi con una relazione sulla centralità degli
insegnamenti di Papa Francesco fondati sul binomio simbiotico di Fede e Ragione,
un sofferto processo di conoscenza evolutiva iniziata con la Rivoluzione
Cognitiva dell’Homo Sapiens (assai prima della nascita delle religioni, della
filosofia, delle Neuroscienze).
Nell’Era antropocenica*, dell’Uomo al centro dell’Universo siamo oggi,
all’alba del Nuovo Umanesimo auspicato da Papa Francesco oppure -con la
crescente ingegnerizzazione di “creature viventi” post-biologiche- siamo alla
vigilia di una vita inorganica post-umana?
Le vicende attuali del Mondo e il fallimento (possibile) della
Modernità spingono a chiederci:
veramente siamo alla fine dei tempi, l’Apocalisse?
Prof. Giuseppe Nappi, Presidente di Città del Sole
Letture consigliate:
1) "Gioacchino da Fiore" - Massimo Iiritano (ed. Rubettino)
2) "Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia dell'umanità" - Yuval Noah Harari (ed. Bompiani)
3) "Da un paesino della Calabria alla scoperta del mondo" - Giuseppe Nisticò (ed. Diabasis)
4) "Essere una macchina" - Mark O'Connell - (ed. Adelphi)
*ANTROPOCENE: indica l’era
geologica nella quale l’attività dell’Uomo è alla base delle modifiche
territoriali, strutturali e climatiche della Terra. Padre della parola “antropocene” è stato diverso tempo fa il
premio Nobel Paul Crutzen che fa iniziare la “nostra era” quando Watt costruì
la prima macchina a vapore (1763-1775), dando così inizio alla Rivoluzione
Industriale (per altri la data dell’Era Antropocenica è ancora più antica,
quando l’Uomo inventò l’agricoltura).
II pensiero di Gioacchino non è
rimasto chiuso nel Medio Evo, ma si è proiettato nei secoli futuri penetrando
nel cuore stesso dei processi formativi della civiltà europea. Esso è stato
così variamente ripreso, assimilato e metabolizzato da divenire uno dei più
frequentati crocevia della tradizione culturale e spirituale dell'Occidente.
Gioacchino da Fiore va pertanto conosciuto, studiato e divulgato come uno dei
grandi maestri della civiltà europea. Già subito dopo la sua morte, il suo
messaggio si proiettò sulla inquieta vicenda del francescanesimo spirituale e
giunse per questa via a Dante Alighieri. La Divina Commedia è ispirata ed
animata dalla tensione innovatrice e profetica dell'Abate di Fiore, di cui
Dante riprende e rilancia figure e simboli, connessi con le istanze di
rinnovamento morale e spirituale della cristianità.
Cristoforo Colombo si appellò più
volte, nei suoi scritti, all'autorità profetica dell'Abate calabrese,
collegando la sua missione esplorativa all'evangelizzazione delle ultime genti
della terra che, insieme con la definitiva riconquista di Gerusalemme, avrebbe
dovuto segnare l'inizio della terza ed ultima età del mondo, l'età dello
Spirito Santo. Anche i primi missionari francescani spagnoli dell'Osservanza
partirono spinti dalla speranza gioachimita di poter creare nel nuovo mondo
quella Ecclesia Spiritualis propria dell' ultimo tempo della storia della
Salvezza, ponendo le basi di una tradizione culturale e spirituale gioachimita
il cui filo rosso non si è mai spezzato nelle terre dell' America Latina. (http://www.centrostudigioachimiti.it/)
Per tre volte nei discorsi
elettorali di Barack Obama, candidato democratico alla Casa Bianca, è affiorata
la citazione dotta e inusuale di un monaco calabrese del XII secolo noto alla
critica, molto meno al pubblico: Gioacchino Da Fiore. Solo piccole annotazioni,
ma molto significative; Obama lo ha definito “maestro della civiltà
contemporanea” e “ispiratore di un mondo più giusto”.
Gianni Vattimo – la cui storia si
intreccia con il filosofo non solo in senso accademico, essendosi candidato a
sindaco del comune calabro –, ha esultato: “Gioacchino da Fiore dovrebbe essere
l’ispiratore della nostra cultura" Gianni Vattimo ha recentemente
dichiarato Gioacchino il “precursore di Lutero”, insistendo sulle conseguenze,
anche sociali, dell’età dello Spirito, in cui “l’etica non ha più il carattere
punitivo e rigido dell’età del Padre”. (https://www.ilfoglio.it/articoli/2009/03/27/news/l-eretico-obamita-69870/)
L’età del Padre, che va dall’inizio
dei tempi fino alla venuta di Cristo; l’età del Figlio, che si estende dalla
sua venuta fino a una data precisamente collocata nella storia, il 1260, numero
evinto da un calcolo segreto estratto nell’alveo dell’Apocalisse. In ultimo,
l’età dello spirito, il suggello che completa e ricomprende le età precedenti
in un regno dove i conflitti sono pacificati, le guerre eliminate e l’uomo
rigenerato dallo svelamento dei misteri. Secondo alcune interpretazioni, la
profezia prevedrebbe il ricongiungimento di cristiani ed ebrei, fino ad allora
divisi dall’illuminazione parziale di Nuovo e Antico Testamento: giunge l’ora
della Novissima alleanza, che trascende, ricomprendendole, le antiche. Anche la
chiesa ne uscirebbe riformata: la visione del monaco calabrese prevede il
dissolvimento della gerarchia – materiale, vincolata al secolo – in favore di
una cooperativa serafica di monaci, tenutari non monarchi di un paradiso che si
realizza nella storia.
La storia non è più vista come
attesa della fine imminente, ma acquista il volto di un cammino sensato, e
stimola l’impegno del credente a preparare la fioritura dell’età dello spirito,
la stagione della pienezza della grazia donata”. (https://www.ilfoglio.it/articoli/2009/03/27/news/l-eretico-obamita-69870/)
La fortuna dell’abate di “spirito
profetico dotato” conobbe una nuova fase nella storia culturale italiana,
dall’Ottocento alla prima metà del Novecento. In tale contesto il
“gioachimismo” assunse, infatti, spesso le forme di un millenarismo
rivoluzionario (tipico il caso di Mazzini e del mazzinianesimo), con una forte
dimensione educativa; la profezia medievale di una Terza Età dello Spirito
divenne così l’annunzio della rivoluzione: dell’avvento della Terza Roma, la
Roma del popolo. Prese forma, allora, una pedagogia politica e civile, che
animò ideali militanti e azioni rivoluzionarie e che, distendendosi a partire
dal Risorgimento, superando le difficoltà post-unitarie, rilanciandosi all’alba
del secolo XX, ebbe poi esiti opposti tanto nel fascismo quanto
nell’antifascismo”. Un’analisi della presenza del mito di Gioacchino e del
gioachimismo nella cultura civile ed etico-politica italiana, dal Risorgimento
alla prima metà del Novecento, trova i suoi luoghi di elezione nei due fuochi
culturali attorno ai quali hanno ruotato i diversi discorsi nazionalitari e
rispetto ai quali si sono venute costruendo e rinsaldando l’identità nazionale
contemporanea italiana e la stessa volontà politica che ha sorretto il moto
risorgimentale.
Ugo Foscolo, dopo aver pubblicato
il suo Discorso sul testo della Divina
Commedia, scrisse una lunga postilla su Gioacchino da Fiore. Questa
postilla testimonia l’interesse di Foscolo per la figura e per le opere
dell’Abate calabrese, in relazione all’interpretazione
profetica della Divina Commedia. Secondo Mazzini, Foscolo “cercò in Dante
non solamente il padre della lingua nostra, ma il profeta della nazione”.
Ristampando il Discorso foscoliano, Giuseppe Mazzini pubblicò la lunga postilla
di Foscolo su Gioacchino da Fiore e da questo momento nacque in lui un
interesse specifico e diretto per l’Abate di Fiore. Un interesse vivificato dal
gioachimismo lessinghiano giunto nel Risorgimento italiano. Lessing, in
L’educazione del genere umano, ipotizzava la possibilità di una terza
“rivelazione-educazione” in cui non ci sarebbe stato più bisogno di pensare al
premio eterno per compiere il dovere morale: “Verrà certamente il tempo della perfezione in cui l’uomo farà il bene
perché è il bene, non più in funzione di arbitrarie ricompense. Verrà
certamente il tempo di quel nuovo Vangelo eterno. … forse la teoria delle tre
età del mondo non era solo un’illusoria chimera”. Questo paradigma
lessinghiano, evocando la visione gioachimita, sostenne la visione pedagogica e
politica di Mazzini. Il profetismo dantesco di derivazione foscoliana e il
gioachimismo lessinghiano si integrarono, nel pensiero mazziniano, in una
visione religioso-politica che aveva al suo centro la missione di Roma o,
meglio, la profezia di una Terza Roma. Questo tema sarebbe rimasto fino
alla fine della predicazione mazziniana. Nel periodo successivo al 1861 e
all’Unità d’Italia, Mazzini coltivò un ulteriore interesse per Gioacchino da
Fiore: nel carteggio con Marie Catherine Sophie, contessa d’Agoult, apparve la
suggestione lessinghiana di Gioacchino come profeta di una terza Religione.
Nella celebrazione del centenario della nascita di Mazzini, Gaetano Salvemini
sottolineò l’aspetto religioso del pensiero mazziniano, ricapitolato nella
cifra simbolica di Gioacchino da Fiore: “Queste sono le teorie religiose,
politiche e sociali di Giuseppe Mazzini: una specie di Evangelo Eterno del …
calavrese abate Giovacchino / di spirito profetico dotato”. (Alfonso Marini, Gioacchino
da Fiore e la sua eredità nella storia europea).
Prof. Pier Giuseppe Milanesi
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