mercoledì 30 marzo 2016

"EUROPA DEL SUD-AMERICHE LATINE": CONOSCIAMO IL RELATORE LUCIANO VASAPOLLO

Nel ricordarvi l'appuntamento "EUROPA DEL SUD-AMERICHE LATINE" venerdì primo aprile alle ore 16 presso la Sala Conferenze del Broletto di Via Paratici 21 a Pavia, vi presentiamo la figura del relatore meno conosciuto al pubblico pavese, il Prof. Luciano Vasapollo di Roma, attraverso le recensioni di due suoi libri a cura del Prof. Franco Lucchese (Sapienza Università di Roma). Buona lettura e vi attendiamo numerosi! 

La produzione letteraria del Prof Vasapollo è incentrata sull’idea di integrazione tra culture, idea che guida tutti i suoi lavori. Nel volume “La lumaca nella terra dei Sud” (Pioda Edizioni, 2016), per esempio, l'idea di impaginare il volume sia in italiano che in spagnolo, ci accompagna piano piano, metaforicamente, nella lettura, partendo da una delle due versioni, all'incontro delle due culture. Il testo, come del resto tutta la produzione letteraria, ci presenta alcune idee fondamentali sulla valorizzazione delle culture prese in considerazione. Nell’elogio al Presidente dello stato plurinazionale di Bolivia, Evo Morales, in occasione della consegna del titolo di Doctor Honoris causa da parte di Sapienza Università di Roma, il Prof. Vasapollo scrive: “…bisogna rendere universale il paradigma del Vivir Bien con condizioni di armonia con tutti gli esseri viventi dei Pachamama, nella salvaguardia assoluta di tutti i beni collettivi come diritti dell’umanità…non crediamo nella concezione lineare e accumulativa del progresso e dello sviluppo illimitato sulle spalle degli altri e della natura. Dobbiamo essere complementari e non competere. Dobbiamo condividere e non approfittarci del vicino. Vivir Bien è pensare non solo in termini di reddito procapite, ma anche di identità culturale, di comunità, di armonia tra di noi e con la nostra Madre Terra. Questi concetti è possibile attuarli se si intraprendono percorsi che si fondano sulla rottura con la visione etnocentrica. Infatti la cosmovisione indigena e contadina comprende la vita in tutte le sue forme, non solo quella umana.”
Molti sono i riferimenti alla civiltà contadina in un'altra pubblicazione, "L'ALBA di una futura umanità"(Natura e Avventura Edizioni e Pioda Edizioni, 2015), a volte con immagini in cui sembra di essere trasportati visivamente ed emotivamente. Descrizioni però che evolvono verso una razionalizzazione di carattere economico-critico, per la spiegazione e la indicazione delle soluzioni esistenti, non fermandosi a questo, ma dirigendosi verso una integrazione di spiegazioni e modelli che molto hanno a che fare con la visione marxiana dell’impossibilità di divisione netta tra le discipline. La conoscenza del mondo, anche se viene da persone che per molti sarebbero “analfabeti”, porta valori e strumenti di altissimo valore. E’ questo uno dei messaggi principali del libro. Per il Prof Vasapollo le genti della Calabria, di Cuba, della Bolivia, del Venezuela portano alla nostra visione della vita un contributo preziosissimo per l’identificazione di stili di vita più adatti al miglioramento della qualità della vita di altri basati essenzialmente sul profitto di pochi e sullo sfruttamento di tanti. Due citazioni sembrano significative, tra le tante, per chiarire anche titolo e riferimenti: “Quasi tutte le lumache più vecchie intrapresero lentamente, molto lentamente, il ritorno alla pianta di calicanto, mentre le più giovani rivolsero i loro cornini con gli occhi verso Ribelle. “E’ vero che non sono sicura di trovare il nuovo Paese del Dente di Leone. E’ vero che non so dov’è, né quanto tempo impiegheremo ad arrivare. E’ vero che non so se incontreremo grandi pericoli e se arriveremo tutte. Ma so che il nuovo Paese del dente di leone è davanto a noi e non alle nostre spalle. io proseguirò. Voi potete venire con me o tornare indietro. ”” L. Sepùlveda, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza. “Sarà perché tutta la mia formazione intellettuale è stata d’ordine polemico; anche il “pensare disinteressatamente” mi è difficile, cioè lo studio per lo studio. Solo qualche volta, ma di rado, mi capita di dimenticarmi in un determinato ordine di riflessioni, e di trovare, per dir così, nelle cose in sé l’interesse per dedicarmi alla loro analisi. Ordinariamente mi è necessario pormi da un punto di vista dialogico o dialettico, altrimenti non sento nessuno stimolo intellettuale. Come ti ho detto una volta, non mi piace tirar sassi nel buio; voglio sentire un interlocutore o un avversario in concreto!. A. Gramsci, Lettere dal carcere. 

Per approfondire i temi del convegno, oltre alle due pubblicazioni del Prof. Vasapollo, consigliamo anche:



domenica 6 marzo 2016

Città del Sole presenta "Europa del Sud - Americhe Latine" - Pavia, 1 aprile 2016


SALA CONFERENZE DEL BROLETTO
1^ PIANO – Via Paratici, 21 – PAVIA

             VENERDI’ 1 APRILE 2016 

 ORE 16,00   -   18,30
EUROPA DEL SUD – AMERICHE LATINE
Legami e prospettive


Presiede:    Daniele Bosone   (Presidente Amministrazione Provinciale di Pavia)                                          

Presenta:     Franco M. Avato (Presidente C.I.R.N.A. Onlus-Charity; UCADH, Università di Ferrara)                                 

Introduce:  Graziano Lissandrin (Gruppo di Studio di Neuroteoretica, C.I.R.N.A. Onlus-Charity)

Ne parlano: Luciano Vasapollo (Dipartimento Politiche Sociali ed Economiche, Sapienza Università di Roma)
             
             Elio Veltri (Ex Sindaco di Pavia, 1973-1980; Medico, Politico, Giornalista)

Coordina: Vincenzo Lista (“Città del Sole”, Pavia)

Con il Patrocinio di         


 























L’appuntamento promosso oggi a Pavia da “Città del Sole” – in contemporanea all’avvio del Progetto Internazionale LASALUS (a Bruxelles, Roma, Buenos Aires) mentre ci assediano (sempre più) le angosce del Mondo Globale - rappresenta un contributo di Riflessione Civile sulla natura delle criticità ricorrenti tra Sud e Nord del Mondo.
Ne consegue che a lato delle pur necessarie riforme delle Istituzioni d’Europa, l’adozione (soltanto) di misure fondate sullo studio e la conoscenza delle differenti Culture e Società potrà non far temere il futuro, affrontando gli anni a venire con idee nuove, nel solco armonico (sempre) delle tradizioni euro mediterranee di tolleranza, solidarietà, libertà di pensiero, misericordia.
Prof. Giuseppe Nappi, Co-fondatore di “Città del Sole”, Centro Italiano di Ricerche in Neuroscienze Avanzate (C.I.R.N.A. Onlus-Charity) e Prof. Mario Borghese, Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE), Deputato al Parlamento Italiano (Cordoba, RA).

Partecipanti al Progetto LASALUS (Erasmus+ 2015-2018): Università ISALUD di Buenos Aires (RA); Università degli Studi di Pavia, Consorzio di Bioingegneria e Informatica Medica (CBIM), Sapienza Università di Roma, Universidad Pública di Navarra (Spagna), Universidad Evangélica de El Salvador e Universidad Nueva San Salvador di El Salvador, Universidad Gran Asunción e Universidad Iberoamericana del Paraguay, Ecole des Hautes Études en Santé Publique (Francia).
Appoggiano anche il Progetto in qualità di sub-contractor: Organización Iberoamericana de la Seguridad Social (OISS), Ministero della Salute Italiano, Federación Argentina de Trabajadores de la Sanidad (FATSA), Hospitales Garrahan y el Cruce de Argentina, Fondazione C.I.R.N.A. Onlus-Charity.  

   

mercoledì 17 febbraio 2016

IN RICORDO DI UN GRANDE ITALIANO...416 ANNI DOPO

Giordano Bruno fu arso vivo a Roma il 17 febbraio 1600, ai tempi di un pontefice che, per ironia della storia, portava il nome di Clemente. Oggi gli eretici della scienza si bruciano su altri roghi mediatici e il ruolo che fu di un integralismo religioso abissalmente lontano dall’insegnamento di Cristo, è frequentemente svolto da una nuova "Santa Inquisizione”, quella della scienza ufficiale, o presunta tale, che isola chi non si omologa: Nikola Tesla docet e con lui tanti misconosciuti ricercatori, fino ai nostri giorni.

MASSIMO RADAELLI

Ricordo di Giordano Bruno

Oggi ricorre l’anniversario dell’esecuzione di Giordano Bruno, arso vivo a Campo dei Fiori a Roma il 17 febbraio del 1600 per ordine dell’Inquisizione Romana. Al suo grande ingegno e grandissimo coraggio voglio offrire questo fiore, ricordando un elemento non messo in luce dagli studiosi di Bruno, pure numerosissimi in ogni parte del mondo: la sua discendenza dalla dottrina pitagorica, rimasta viva nel Sud Italia fino a lui e fino a noi.
Già a Salerno era nata nel Medioevo la famosa Scuola Medica Salernitana che, a mio giudizio, altro non è che una summa della medicina pitagorica con qualche aggiunta, e sarebbe il caso che di questa discendenza se ne occupassero i tanti professori di storia della medicina delle università italiane.
San Francesco di Paola, poi, riprese il vegetarismo osservato da Pitagora, rinforzandolo con l’astinenza da uova e latte, che oggi è chiamato veganismo perché verrebbe dalla stella Vega, il che mi sembra vero nel senso che la Calabria è un mondo tanto diverso e lontano quanto una stella…
Anche Campanella scrisse la sua prima opera, purtroppo persa, su Pitagora, e sappiamo che la appese come omaggio al catafalco di Telesio morto a Cosenza.
Ma torniamo a Bruno e alla sua interpretazione della Bibbia, una stranezza che la Santa Inquisizione non riuscì nemmeno a capire e non contestò a Bruno, mentre invece era, secondo me, la sua più grave eresia. Difatti Bruno scrisse, a proposito del primo assassinio fratricida della storia, la seguente terribile frase:

Ben fece Caino a uccidere quel massacrator di animali Abele.

Bruno aveva semplicemente ripreso la dottrina base sull’origine della violenza predicata da Pitagora:

Se non osi uccidere l’animale, mai ucciderai un uomo.

Il primo a uccidere non fu Caino, che offriva a Dio i frutti della terra essendo contadino, ma Abele, che offriva a Dio padre padrone il sacrificio di poveri animali. Caino semplicemente imitò Abele.
Un’ultima considerazione è che Bruno, suo nome di famiglia, altro non è che il nome di Bruno di Colonia, che in Calabria era venuto a stabilirsi osservando l’astinenza perpetua dalle carni, regola che i suoi monaci certosini ancora oggi osservano.  

Mi piace ricordare anche la napoletanità di Bruno, che mi richiama Totò e le sue battute. Quando, per convincerlo ad abiurare, gli ricordavano che sarebbe morto bruciato e sarebbe finito all’infero, Bruno disse che con le fiamme del rogo la sua anima sarebbe salita in cielo come il fumo dell’arrosto…

Il suo rogo arse a Roma il 17 febbraio, giorno nefasto per i pitagorici perché considerato OSTACOLO. E’ per questo motivo che ancora oggi nel Meridione il 17 è molto temuto. Darò a parte la spiegazione di questo fenomeno. La cosa buffa fu però che Bruno si portò nella tomba -faccio per dire visto che le sue ceneri furono buttate nel Tevere- San Roberto Bellarmino che aveva firmato la sua condanna e quella di Galileo come presidente dell’Inquisizione Romana. Difatti, il Bellarmino morì il 17 settembre 1621, volle essere sepolto nel sarcofago che era stato di Sant’Ignazio e alla fine fu proclamato santo, in buona compagnia di San Vincenzo Ferreri, anche lui grande inquisitore…

Mi vien di pensare che giustamente c’è il giorno del ricordo delle stragi di ebrei, zingari e altre etnie, ma non c’è nessuna giornata di commemorazione per le innumerevoli vittime dell’Inquisizione. Spero che qualcuno, illuminato dalle fiamme del rogo di Giordano Bruno, prenda una iniziativa in merito. La sua statua di Campo dei Fiori stava per essere rimossa per volere di Pio XI, condizione da lui posta per la firma del concordato con Mussolini, ma ci fu una levata di scudi generale che nemmeno il Duce poté sottovalutare.  Datti da fare, caro Giordano, per ricordare e onorare le vittime dell’Inquisizione!

Salvatore Mongiardo, 17 febbraio 2016

lunedì 18 gennaio 2016

CRISTIANESIMO E QUESTIONE SOCIALE (recensione del libro di Peppino Accroglianò)

Buon anno a tutti gli aderenti e simpatizzanti del Centro di Cultura e Partecipazione Civile "Città del Sole" di Pavia. Iniziamo il 2016 con una recensione ad opera del Coordinatore del Centro Vincenzo Lista, realizzata dopo aver letto il libro di un suo illustre conterraneo: l'Avvocato ed ex Onorevole Peppino Accroglianò, Presidente del C3 International, il Circolo che unisce  tutte le comunità calabresi presenti in Italia e all'estero.
Il libro, pubblicato per la prima volta nel lontano 1964, è stato realizzato in versione digitale nel giugno dello scorso anno, a distanza di oltre mezzo secolo. I temi, però, sono ancora attuali, come dimostra la recensione di Vincenzo Lista: buona lettura!

Il libro “Cristianesimo e Questione sociale” aiuta tutti coloro che hanno sete di verità e di giustizia a valorizzare un patrimonio sicuramente sottovalutato: venti secoli di cristianesimo. Non possiamo non dirci cristiani: la nostra cultura, deriva dall’intreccio fra Gerusalemme, Atene e Roma. Le nostre radici, anche se non recepite nel manifesto dell’Unione Europea, sono cristiane. La stessa bandiera dell’Unione, con le stelle disposte a corona, ricorda la Vergine. Secoli di storia hanno dato fulgidi esempi di fedeltà al Vangelo e una profonda spiritualità che ha affrontato ogni ambito del nostro vivere civile, fra cui la “Questione sociale”, cioè il “porre in primissima evidenza  la necessità della giusta ripartizione dei beni sulla terra fra tutti gli uomini” che non nasce improvvisamente nel 1891 con Leone XIII. Anzi, non nasce neppure nel 1848 con il famoso “Manifesto” di Carlo Marx che ha solo proposto un metodo, “non solo errato ma pernicioso”  come scrive l’autore, per risolverla.  Da qui la riproposta, in questo volume, che fa l’autore dell’omonima Conferenza tenuta a Guardia Piemontese Terme il 6 settembre 1964 sotto gli auspici dell’ Istituto san Pio V. Non possiamo parlare, da cristiani, di lotta di classe, ma di Colui che l’anima della storia, Cristo, e sostituire all’odio cieco, l’amore,  perché la felicità, nella visione cristiana, non è riposta nella soddisfazione dei beni. Questo non significa rinunciare alla giustizia: ancora oggi Papa Francesco ci ricorda che accanto al dono della pace dobbiamo chiedere il dono della giustizia perché l’una non si dà senza l’altra.  Attraverso la lettura di queste pagine ci rendiamo conto di quanto il Cristianesimo nei secoli sia stato fedele, pur nel peccato degli uomini, alla sua portata rivoluzionaria, nel nome di Cristo: il Cristianesimo è un importante motore della storia. Così nel corrotto mondo romano dove porta per primo all’attenzione il problema sociale della schiavitù che in quel contesto era considerata un fatto normale, se non naturale. Redenzione, la speranza portata dal Vangelo, è parola tratta dal linguaggio degli schiavi, cioè “nuovo acquisto”: un paradosso in linea con Colui che subì il più tremendo dei supplizi, la croce, riservata agli ultimi. Cristianesimo come portatore di una nuova realtà di vita, che spinge ad agire: è  lo sviluppo dettato dal libro che ripercorre  i “punti di svolta” in cui il Cristianesimo ha posto la “questione sociale” all’attenzione degli uomini, con unico riferimento all’unica fonte di giustizia contenuta nel Vangelo che sottolinea il concetto di persona e la sua fondamentale libertà.  Questo libro aiuta a strappare dall’oblio dei secoli l’attenzione alle prime necessità delle persone che sempre ha caratterizzato il cristianesimo. A Roma le prime comunità cristiane grazie all’attività dei diaconi possono assolvere alle più urgenti forme di solidarietà, richiamate ancora oggi dai toponimi. Via Panisperna – famosa per il gruppo di fisici italiani che presso il Regio Istituto di fisica dell'Università di Roma, allora ubicato in via Panisperna, collaborarono assieme a Enrico Fermi alla scoperta, nel 1934, delle proprietà dei neutroni lenti, dando  l'avvio alla realizzazione del primo reattore nucleare e della bomba atomica – ricorda che in quel luogo San Lorenzo, diacono della Chiesa di Roma, distribuiva pane (panis) e prosciutto (perna) ai poveri. Nei secoli i santi non tacquero per amore di Cristo. Così Sant’Ambrogio, che non esitò a vendere i sacri arredi d’oro e d’argento per sfamare i fedeli provati dalla guerra, - “l’unico degno apparato esterno dei sacramenti è il soccorso elargito ai miseri” -  ma anche sant’Agostino che scrive chiaramente che l’idea del progresso è un’idea cristiana. I Padri della Chiesa non si occuparono solo dello spirito ma anche “delle condizioni economiche e sociali del gregge”. Il testo sottolinea il vero valore dell’elemosina: “L’uomo non deve essere solo egoista ma sentire il misero come fratello senza che vada a chiedergli l’elemosina in nome di Dio”. Non “elargizioni” ma “andare incontro al fratello”: “quod superest, pauperibus date” cioè quanto vi è davanzo, datelo ai poveri.  Giustizia non è solo stare al proprio posto senza recar danno ad alcuno: giustizia è concretamente impegnarsi perché si attui la giustizia sociale, e lo Stato moderno è qui chiamato in causa perché elimini le fonti di povertà. Agostino e Ambrogio si batterono sempre per rivendicare i primari diritti della persona umana fra i quali oggi, in coerenza con questo passato, possiamo dire che vi è la necessità di un giusto salario e la compartecipazione di tutti al benessere prodotto. La storia potrebbe continuare e l’ottimo testo mette in evidenza il contributo cristiano al miglioramento della qualità della vita umana, perché il fratello più debole deve essere aiutato dal fratello più fortunato.  “Intendevamo documentare che la questione sociale è nata nel cristianesimo e fa parte integrante del messaggio della salvezza che Cristo ha portato gli uomini” scrive l’autore nelle conclusioni.  La piacevole lettura di questo testo conferma il raggiungimento dell’obiettivo, nella consapevolezza che  “I cristiani sono l’anima del mondo”.                 
Vincenzo Lista                                                       

            

martedì 24 novembre 2015

PROGETTARE LA CITTA' IDEALE: Daniele Bosone interviene al convegno di Confindustria Pavia

"Progettare la città ideale: Vigevano nel sistema metropolitano milanese" è il titolo del convegno organizzato a al Teatro Cagnoni di Vigevano il prossimo 2 dicembre alle ore 15 dalla Confindustria della Provincia di Pavia. Tra i relatori, chiamati a discutere dell'opportunità per Vigevano di abbandonare la provincia di Pavia ed entrare nella città metropolitana di Milano, ci saranno docenti universitari milanesi ed esponenti della Fondazione Romagnosi, istituita nel 2003 da Comune, Provincia ed Università degli Studi di Pavia per promuovere e diffondere una cultura innovativa del governo locale e della sua amministrazione. Tra gli interventi previsti, oltre a quello del Sindaco di Vigevano Andrea Sala e del Presidente di Confindustria Pavia Alberto Cazzani, segnaliamo quello di Daniele Bosone, Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Pavia e membro del Consiglio Direttivo di Città Del Sole Pavia. Per gli aderenti e simpatizzanti di Città del Sole che non potranno essere presenti, pubblicheremo qui nei giorni successivi all'evento una sintesi dell'intervento del Dottor Daniele Bosone.

martedì 10 novembre 2015

"Emergenza abitativa - Integrazione sociale - Sviluppo economico" - L'intervento di Daniele Bosone

Pubblichiamo di seguito una sintesi scritta degli interventi avvenuti nel corso dell'incontro pubblico organizzato da Città del Sole su "Emergenza abitativa - Integrazione sociale - Sviluppo economico" lo scorso 26 ottobre in Santa Maria Gualtieri a Pavia. 

4) Intervento di Daniele Bosone, Presidente della Provincia di Pavia

Emergenza abitativa, nuovi flussi migratori, nuove povertà e situazione economica sono tutti fattori che si intrecciano fra loro e che creano una sorta di emergenza sociale che non va "scotomizzata" ma governata sia dal Governo nazionale che dai Governi locali.
Va infatti sottolineato che la domanda abitativa non è solo legata ai flussi migratori, cui dedicherò l'ultima parte del mio intervento. Purtroppo la crisi economica che ancora sta manifestandosi con alti tassi di disoccupazione e con fenomeni di "sotto-occupazione" crea due situazioni: famiglie italiane che da una situazione di normalità si ritrovano a non poter più pagare mutuo o affitto a causa della perdita di lavoro di uno dei coniugi o di una separazione coniugale o, ancora peggio, di una malattia cronica e che subisco sfratti o pignoramenti. La lunga lista di case all'asta dei tribunali parla da sè. In questo caso l'emergenza sociale cui spesso i comuni non riescono a far fronte è tremenda; può essere anche una fase temporanea della vita di una famiglia, ma è sempre drammatica e spesso lascia conseguenze non riparabili. Altro caso sono i giovani in cerca di lavoro o disoccupati che si sposano e non riescono a pagarsi l'affitto, finendo quindi a vivere a casa di uno o l'altro genitore.
A questi fenomeni si sovrappone poi la questione migranti. Non tutti sono profughi, cioè scappano da scenari di guerra o drammi sociali. Molti sono migranti veri e propri e sfuggono dalla povertà strutturale dei propri paesi. Oggi in provincia di Pavia ospitiamo quasi 1000 migranti, ivi compresi i profughi. Molti arrivano, vengono ospitati nei centri di accoglienza allestiti dalla Prefettura in collaborazione con gli enti Locali, la Croce Rossa  o gli albergatori e poi se ne vanno. Alcuni tendono a rimanere e vengono inseriti nei progetti di inserimento SPRAR coordinati dalla Provincia insieme alla Prefettura e al Privato Sociale. Sono circa 90, per lo più giovani maschi e alcune famiglie. Lo SPRAR è di fatto un percorso in cui vengono insegnati loro lingua e lavoro. Ma i migranti che restano sul territorio per lavorare hanno poi bisogno di alloggi a basso affitto, così come alcuni stranieri che migrano in italia anche dalla Cina per intraprendere attività commerciali o semplicemente per lavorare.
Ecco quindi che il problema "casa" ritorna. Va detto che le case popolari, realizzate con investimenti totalmente pubblici, in cui negli anni 50-70 venivano accolte le famiglie del Nord meno facoltose e le famiglie di immigrati del Sud, sono una soluzione ad oggi non più percorribile.
Si stanno quindi diffondendo modalità di collaborazione pubblico-privato di Housing Sociale; si tratta di soluzioni abitative a basso costo di affitto, spesso sostenute dalle Fondazioni Bancarie, di cui Fondazione Cariplo è stata la prima ispiratrice, in cui il soggetto che può essere la famiglia in difficoltà o la famiglia di migranti o studenti o giovani coppie possano trovare ospitalità per un tempo limitato da mesi a pochi anni, in attesa di una soluzione più definitiva. Sono esperienze purtroppo diffuse solo nei grandi Centri Urbani in quanto devono avere grandi dimensioni per potersi economicamente sostenere. Tuttavia sarebbe interessante anche avere esperienze in territori rurali o realtà urbane come quella di Pavia.
Come si vede la complessità è tanta perchè la nostra è una società complessa. L'idea di rispondere a tanta complessità con messaggi semplici e rozzi come quelli che tendono a non vedere i fenomeni migratori come connaturati alla globalità, ma come semplicemente un fastidio da tenere lontano appaiono ridicoli nella loro insufficienza. Un proclama in piazza o uno slogan in televisione può far piacere a tante persone, ma non a risolvere fenomeni "epocali" che stanno ben oltre il nostro potere ed i nostri desideri. Noi abbiamo solo il dovere, oltre che la possibilità, di governarli in modo ordinato e sicuro, senza mettere la testa sotto terra ma sfoderando capacità di accoglienza, umanità ma anche determinazione nel far rispettare le regole e la cultura che caratterizzano la nostra convivenza. Nuovi modelli richiedono nuove idee e forte motivazione perchè gli eventi vanno governati e non subiti.   


"Emergenza abitativa - Integrazione sociale - Sviluppo economico" - L'intervento di Beniamino Ciampi

Pubblichiamo di seguito una sintesi scritta degli interventi avvenuti nel corso dell'incontro pubblico organizzato da Città del Sole su "Emergenza abitativa - Integrazione sociale - Sviluppo economico" lo scorso 26 ottobre in Santa Maria Gualtieri a Pavia. 

3) Intervento di Beniamino Ciampi, ex Direttore Aler Pavia 

Gli sfratti negli ultimi 5 anni sono stati pari 239.000, solo quest'anno 30.000 o 50.000 famiglie rischiano la casa. CASA DOLCE CASA e' un motto per le famiglie che godono di un certo reddito, ma per alcuni invisibili la casa che insieme al lavoro e la salute dovrebbero essere la base di un certo welfare resta un sogno che forse non si realizzerà. Un quarto degli italiani si trova in situazioni di bisogno,1/12 dei pensionati gode di pensioni inferiori a 500€ mensili, sono 700.000 le domande di assegnazione di alloggio popolare ancora inevase, circa 2.000.000 di famiglie senza casa,mentre gli alloggi di edilizia residenziale pubblica da recuperare sono pari a 45.000, case senza gente, gente senza casa. Il governo ha di recente emanato un decreto di 467.000 € per risanare in DIECI ANNI 16.000 alloggi inagibili, e' soltanto una goccia nel mare di bisogno nazionale, occorrerebbe invece utilizzare in una sola volta tutta la somma stanziata. Per soddisfare la domanda di alloggi popolari occorre uno
stanziamento di almeno 1miliardo di € all'anno e creare non solo welfare, ma anche sviluppo economico, attraverso l'attivazione dell'attivita' edilizia. Occorre utilizzare le ALER o gli IACP come modello insostituibile per la mediazione sociale e per sviluppare il risanamento e la costruzione di nuovi
alloggi popolari. Occorre inoltre bloccare le vendite degli alloggi, come unico finanziamento degli enti gestori. Dobbiamo ricordare che con gli Iacp e' stato possibile soddisfare la domanda creatasi con le grandi migrazioni interne: piano Fanfani e fondi gescal, finaziamenti certi e programmabili. Oggi con la
crisi e con i grandi movimenti di extracomunitari e' necessario dare una risposta di integrazione sociale agli italiani ed agli stranieri. L'Italia e' all'ultimo posto  nelle classifiche europee per gli alloggi sociali: 5% con la Grecia ed il Portogallo, contro il 25% degli altri paesi europei. Occorre inoltre defiscalizzare tutte le attivita delle aler e degli iacp, considerati purtroppo come imprese e non come fattori di inclusione sociale. Occorre infine determinare un canone minimo di sostenibilita', per consentire agli enti
gestori di poter effettuare non solo la manutenzione ordinaria , ma anche quella straordinaria, evitando cosi' che si creino ancora alloggi inagibili. Attualmente il canone minimo e' pari a 20 o 30 € mensili e con questi introiti è praticamente impossibile una gestione decorosa degli alloggi popolari.