martedì 25 febbraio 2014

CASTA DEI PARTITI - SOCIETA’ CIVILE – PROSSIME ELEZIONI

Auguro al popolo italiano, al quale guardo con affetto, anche per le comuni radici che ci legano, di rinnovare il proprio encomiabile impegno di solidarietà verso i più deboli e gli indifesi e, con lo sforzo sincero e corale di cittadini e istituzioni, di superare le attuali difficoltà, ritrovando il clima di costruttiva creatività sociale che lo ha lungamente caratterizzato”. Mi piace iniziare questo mio scritto con una citazione di Papa Francesco, tratta dal discorso tenuto agli inizi di gennaio al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, per meglio inquadrare l’argomento che desidero trattare. 
Oggi assistiamo ad una spaccatura, quindi ad una separazione, fra la nostra Governance, cioè quella che in maniera colorita chiamiamo “casta dei politici”, e l’insieme di tutti noi cittadini, il “Paese reale”, come certe semplificazioni giornalistiche amano definire. I primi sembrano assorti nei “giochi di Palazzo”, molto simili alle bizantine congiure dei secoli passati, i secondi si lamentano dei politici che loro stessi – noi stessi – hanno eletto e pretendono atti concreti e virtuosi per la convivenza civile. Alla luce di questa semplificazione che ben ritrae la realtà, i cittadini sarebbero dalla parte giusta mentre la classe politica sarebbe composta in maggior misura da corrotti che prendono decisioni errate e ingiuste.
Questa frizione fra il Palazzo e la cittadinanza ha avuto inizio con Tangentopoli, con il primo scandalo di massa che ha messo a nudo una certa mancanza di onestà e integrità morale della classe politica italiana. Da quel momento sono sorti partiti o movimenti che hanno fatto della battaglia di risanamento morale il proprio vessillo o la propria ragion d’essere, avendo buon gioco nel raccogliere il malcontento diffuso e utilizzandolo a loro volta per contrapporsi ai vecchi schieramenti politici. Ad esempio la Lega, più di ogni altra forza simile in passato, ha fatto leva su questi sentimenti di rivalsa nei confronti della casta politica, coagulando attorno a sé quel consenso che l’ha portata a guidare le sorti di molte amministrazioni locali e regionali, fino ad avere voce in capitolo nell'andamento dello Stato. Essa ha preteso di rappresentare la società civile e, in questa contrapposizione al Palazzo, ha accreditato se stessa come forza politica migliore di altri partiti: in questo atteggiamento di fondo sono riconducibili alcune concessioni al folklore come la sceneggiata in Parlamento del cappio da impiccagione per i ladri della casta.
Oggi il M5S ha la stessa tendenza: l’accreditarsi migliore delle altre forze politiche presso il popolo e l’accreditarsi presso le Istituzioni come la sola forza politica capace di far funzionare l’economia e di mettere ordine in un paese come l’Italia.
A ben vedere, mi sorge il dubbio che questi movimenti non siano poi tanto più virtuosi degli altri partiti politici. Politica e società civile sono “vasi comunicanti” che si trasmettono a vicenda vizi, colpe, errori… Il Palazzo è lo specchio della società attuale e viceversa.
Si impreca contro i partiti, a buon ragione contro la corruzione, la disonestà, l’evasione fiscale e il non rispetto di tante regole… ma quanti cittadini sono attenti e rispettano le regole, da quelle della buona convivenza al rispetto degli altri comprese quelle addebitate alle varie caste? Basti citare l’evasione fiscale, i privilegi immeritati, le raccomandazioni – mafia – il voler fare i furbi a tutti i costi: peccati comuni a tutti sia alla casta che alla società civile.
Ho fatto solo qualche esempio perché proprio questi costituiscono le colonne del consenso elettorale. I miti sono difficili da smascherare, soprattutto se, con l'abilità di chi li alimenta, si basano sulla comune disperazione, sulla “fame” di giustizia, sulla sete di onestà, sul fabbisogno di “aria pulita” che ogni italiano, esasperato da anni di crisi, anela come un sorso d’acqua nel deserto.
Nel 2013 la spesa delle famiglie è tornata indietro di circa dieci anni. Si acquistano prodotti alimentari guardando solo alle promozioni e alla convenienza, si riducono le spese per cinema, svago e benzina. E questo forse si potrebbe ancora sopportare. Ciò che è intollerabile è che si debba ricorrere a mutui e prestiti anche per pagare cure per malattie.
Secondo le statistiche, circa sei milioni di italiani sono stati toccati dal lavoro precario e dall'inabilità; oltre tre milioni si devono accontentare di contratti a tempo determinato o di lavori occasionali e altrettanti sono sottoccupati, cassaintegrati nelle varie modalità o part-time.
La vita trascorre senza sapore, senza significato: i più fortunati – usando una parola ormai in uso – galleggiano su ciò che si è accumulato negli anni più prosperi.
Nel Vangelo Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve se non ad essere gettato via”.
Ricordandoci oggi di quel versetto del Vangelo, dobbiamo interrogarci su cosa possa rendere di nuovo il nostro Paese più ricco di sapori e aromi. La politica fino ad ora non è stata capace di mantenere quel sapore, anzi ha sottratto altra sapidità alla vita di tanti italiani facendosi vedere impegnata più ad accaparrarsi posti di potere che a servire la collettività.
Per concludere, se la società civile non diverrà moralmente più “civile”, scusate il gioco di parole ma vale la pena ripetere il concetto, e anche intellettualmente più onesta, la contrapposizione e la distanza dalla politica non saranno mai colmabili.
Ecco perché ci troveremo sempre la stessa casta o istituzione con cambiamenti di scarso valore o ci troveremo a parafrasare le parole di Tancredi nel Gattopardo: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. 
E’ chiaro che quando scrivo casta o società civile non le intendo nella loro complessità, ma come anche i fatti dimostrano, nella loro maggioranza.
Concludo con un interrogativo. Oggi, il Paese può farcela?
In questo periodo si è varato il nuovo e stimolante Governo, si terranno le importanti e rilevanti elezioni Europee -  in concomitanza con il rinnovo del Consiglio comunale di  Pavia e in altre città importanti del nostro Paese -   la società stessa saprà trovare di nuovo la sapidità della vita e della fede  per uscire da una crisi così profonda?

Sarà l’occasione di ritrovare il sale di una nuova società della speranza? In caso contrario sprofonderemo in un buio che non si è mai visto prima. 
Vincenzo Lista 

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