Valori essenziali anche ai nostri giorni. E' questa l'ispirazione da cui è nata l'Associazione "La Città Ideale 2014", il cui circolo territoriale è stato presentato oggi a Parma. Un'associazione apolitica e apartitica, proprio come la nostra "Città del Sole", che non a caso ha tra i vari concetti di "città ideale" anche quello ripreso da Tommaso Campanella nel 1602 nella sua "Città del Sole". Ecco perchè alle due associazioni, caratterizzate dal ruolo preminente di personalità sagge e preparate che, come allora, si attengono a rigide norme etiche e morali, non mancheranno occasioni di collaborazione per iniziative comuni.
mercoledì 26 novembre 2014
Presentato a Parma il circolo della neonata Associazione " La Città Ideale 2014"
Un'associazione che si richiama alla "Città ideale" di Platone, basata su valori essenziali quali l’etica, la morale, la giustizia, la saggezza, l'istruzione ugualitaria, la meritocrazia, la parità fra uomo e donna, ecc.
mercoledì 12 novembre 2014
Neuroscienze, Diritti e Società (II Edizione) - Pavia, 21 novembre 2014
Città del Sole sostiene la II edizione del'evento ECM per Avvocati in programma al Collegio Cairoli di Pavia il 21 novembre prossimo: un'occasione di aggiornamento sul rapporto sempre più stretto tra Neuroscienze e Diritti, in una Società in continua evoluzione. Clicca qui per il programma
martedì 4 novembre 2014
Pavia "da bere" - Il nuovo PGT della città di Pavia
La città che ci viene
offerta dall'ormai deliberato Pgt è quella di una "Pavia da bere"
come si usava dire negli anni ottanta a Milano poco prima del ciclone di “mani
pulite”.
Sembra infatti
di assistere alla svendita di quei borghi dell'Appennino ormai disabitati che i
rispettivi sindaci offrono a condizioni stracciate ad imprese, a società
immobiliari o a investitori russi e cinesi. Pavia è descritta dal Pgt come una
città da investimento per chi ha del liquido da spendere nel mattone. Vengono offerte
sette od otto aree dimesse, alcune centralissime, da edificare con indici
elevatissimi e con la possibilità di far salire i loro arroganti palazzacci
fino a dodici piani. Comunque il bel
panorama di Pavia che ha fatto dire a Petrarca nella famosa lettera a Boccaccio
che "Pavia svetta verso le nubi con una fitta trama di torri e dispone
verso ogni direzione di una vista senza impedimenti e libera..." è in
pericolo. Se il bel panorama di Pavia è un elemento prezioso di identità della
città e se oltretutto il suo originale ed unico sky-line è anche un bene
economico per i suoi riflessi turistici, il Pgt opera chiaramente contro questi
valori.
Palazzacci come il già vecchio "palazzo di vetro"
(costruito sul verde pubblico) o la nuova Dea
(bellissima struttura, ma situata in un posto inadatto)
coroneranno a 360° la città antica, togliendo
il primato alle torri duecentesche ed al mirabile profilo della cupola del
Duomo (il Ponte Coperto di “Città del Sole”, tutte le strade che portano in
città da non molto lontano…Pavia si presentava con questo biglietto da visita).
Di questo malinteso concetto di sviluppo si possono vedere
degli esiti recentissimi negli scatoloni del Green-Campus e della ex Marelli
che, se moltiplicati per decine di volte, possono dare l'idea della nuova
"città turrita" come intesa dal nuovo Pgt. Ma per chi sono tutte
queste case quando lo stock dell'invenduto è immenso? ( vedi appartamenti vuoti
e da ristrutturare – quindi per gli imprenditori il lavoro non manca – perché
si vuole costruire ancora? ). Gli anni presenti e soprattutto quelli prossimi
saranno anni della sobrietà che non sembra una virtù praticata dal Pgt. Anzi, sotto questo profilo sembra osare quanto
negli anni passati non si è mai osato, trasformando l'area da sempre
protetta del Centro Storico in "area fabbricabile", assegnandole un
robusto indice di fabbricabilità che verrà applicato agli spazi vuoti rimasti,
quindi agli orti ed ai giardini della città. Chi ha ideato tali regole dimostra
di non aver saputo trarre alcun insegnamento dalla legge urbanistica regionale
né dagli indirizzi europei in materia, che per centinaia e centinaia di volte
non solo raccomandano, ma prescrivono il rispetto del paesaggio e
dell'ambiente.
Non ho letto con attenzione il Pgt, ma sembra che in
riferimento al centro storico sia stata inserita la possibilità di utilizzarlo
in modo “variabile” (non sono certo sia questo il termine utilizzato), cioè che
non sia più pedonale: già adesso il traffico in centro è notevole e se queste
sono le premesse per il futuro…allora
andiamo bene! A Pavia stiamo slittando verso il passato, alla cultura dei
piani regolatori e programmi di fabbricazione degli anno 60. Cito l’ultima
decisione: asfaltare una buona parte di
P.zza E. Filiberto è stato veramente degradante. L’asfalto è sempre la
peggiore soluzione che si addice ad una
piazza che costituisce una unità ambientale di tutto rispetto, contornata
da bei palazzi ( anche se di epoca fascista e beh?) costruiti con pregevole
materiale e una parte prospiciente dagli archi del Castello…ripristinando il
porfido si spenderebbe di meno e darebbe alla piazza il vecchio splendore. Dai
recenti sondaggi sulla Provincia Pavese emerge
che i cittadini non siano tanto favorevoli (salvo successive manipolazioni). Perché
i cittadini non sono stati sentiti prima? La partecipazione tanto invocata da
una serie di giornate di studio svolte sulla Democrazia e Partecipazione presso
l’aula della Cappella del Sacro Cuore dal titolo “ Scuola di Cittadinanza e
Partecipazione “ a cosa è servita? Che tesoro ne hanno fatto gli amministratori
della città ?
Bene ha fatto Italia Nostra a inoltrare la richiesta al
TAR di annullare il Pgt di Pavia.
Qualità della vita, riuso urbano, salvaguardia sociale, città a
misura d’uomo, tutela dei centri storici: sono, questi, concetti relativamente
nuovi nella cultura e nella politica delle città italiane, ignorati almeno sino
all’inizio degli anni settanta. Quando la città decise una svolta nella
direzione politica amministrativa, la nuova politica di sinistra impose un
decisivo mutamento di tendenza. I “guasti” furono attentamente esaminati, i
presupposti furono rimossi e si avviò una nuova cultura nella gestione della
città, precedendo scelte urbanistiche che si sarebbero affermate in seguito in
gran parte del Paese. L’elemento portante su cui si basa la scelta di un Pgt
deve essere la “la salvaguardia sociale ”, intesa come difesa dei cittadini di
fronte ai tentativi di allontanamento dalle zone più “appetibili” alla
speculazione, come tutela delle tradizioni culturali e storiche, molto vive nei
nostri quartieri, come conservazione del patrimonio architettonico ed urbano
caratteristico della città.
E’ evidente come l’impoverimento umano, la perdita delle
funzioni originarie di un centro storico finisca per sancire un’involuzione
sociale e, molto spesso, la perdita di risorse economiche non indifferenti come
le piccole attività artigiane: fenomeno che Pavia ha conosciuto negli anni
trascorsi e che oggi è ancora auspicabile per la generale crisi del settore
produttivo che sta interessando l’intera provincia. Si è parlato, in questi
ultimi mesi, di una politica di valorizzazione urbana sotto il profilo
turistico: però tale obiettivo potrà essere realizzato non solo conservando
nelle migliori condizioni i “monumenti storici”, ma anche mantenendo vive le
caratteristiche di una città abitata e ancora ricca delle sue tradizioni. Le
restrizioni che annualmente vengono imposte alle finanze locali, la limitazione
di autonomia, i crescenti problemi riguardo la disponibilità di alloggi, i
vuoti legislativi non rendono semplice il conseguimento degli obiettivi che
un’amministrazione si prefigge. Permangono gravi criticità, tra tutte
l’indisponibilità di alloggi non utilizzati e l’allontanamento dei residenti
nel centro storico con il meccanismo della buonuscita sotto la spinta degli
interessi privati. E’ vero che anche il cittadino ha avuto un maggior potere
contrattuale nei rapporti con le imprese e che molto spesso ha ottenuto in
cambio nuove sistemazioni, tuttavia risulta evidente la necessità da parte dell’Amministrazione
di mettere a punto dei meccanismi che permettano di conoscere immediatamente
ogni tentativo organizzato teso all’utilizzo speculativo del centro storico. Le
vie da seguire oggi appaiono quelle dei “ piani organici di recupero” e dei convenzionamenti
con l’impresa privata, che soli possono garantire il conseguimento degli
obiettivi prefissati, pur nelle ristrettezze economiche ed operative imposte
dal governo centrale.
Solo un’Amministrazione convinta della necessità di essere
protagonista di ogni intervento di tutela, salvaguardia e recupero, e che usi
ogni strumento della partecipazione, può opporsi a quei fenomeni involutivi che
investono in pari misura il patrimonio urbanistico e quello sociale.
Vincenzo Lista
domenica 2 novembre 2014
"Cristo da Crotone a Pavia" di Salvatore Mongiardo
Il 3 giugno 2014
il giornalista Claudio Micalizio ha condotto la presentazione del mio libro Cristo ritorna da Crotone nella Sala di Santa Maria Gualtieri in Pavia. L' incontro era organizzato dal Centro
di Cultura e Partecipazione Civile - Città del Sole di Pavia, e
dall'Associazione Calabrolombarda di Milano. Erano presenti le autorità
cittadine, Vincenzo Lista e Salvatore Tolomeo. Ha presieduto il prof. Giuseppe
Nappi e ha svolto la relazione don Franco Tassone.
Nel 2012 mi ero recato a Pavia per riverire in San Pietro in Ciel d’Oro l’urna
di Severino Boezio, posta vicina a quella di Sant’Agostino. Avevo già onorato,
nella basilica eretta in suo onore sul sito dell’antica Tagaste in Algeria, il
braccio destro di Sant’Agostino, quel braccio che, nelle sue Confessioni, scrisse sul tempo e la
memoria le più grandi pagine della letteratura universale. Durante quella
visita a Pavia, provai profonda pietà per Boezio al pensiero che dovette
affrontare la morte, decisa dal re barbaro Teodorico, consolato unicamente
dalla filosofia.
Pavia mi procurò forti emozioni anche durante la presentazione del mio
libro, e l’artefice fu don Franco Tassone, che mi definì mistico e illuminato: due
qualità nelle quali mi riconosco senza falsa modestia. Fu in quella stessa
occasione che, durante il mio intervento, mi venne di dure che se Dio è mamma allora lo Spirito Santo è
donna. Un tema che ho chiaro in mente e che confluirà nel mio prossimo libro
dal titolo: EVOE’ - LA
VITA UNIVERSALE.
Come hanno potuto
dodici pescatori ignoranti conquistare il mondo?
Normalmente si risponde a questo interrogativo dicendo: Gesù era figlio
di Dio e perciò la sua dottrina era destinata a prevalere. E’ questa una
spiegazione teologica, basata cioè su un apparato di definizioni. Se invece
guardiamo alla vicenda di Gesù oltre le definizioni, ci rendiamo conto che la
sua incarnazione non è stata tanto il nascere palestinese in Palestina, cioè
nella carne, ma piuttosto una discesa della sua anima nelle culture del suo
tempo, una discesa cioè nella storia del mondo.
Ma procediamo con ordine.
Sappiamo dai Vangeli che Gesù e i suoi genitori fuggirono in Egitto per
scampare alla strage di Erode. La parte di Egitto più vicina a Israele era ed è
Alessandria, la città costruita da Alessandro Magno, abitata all’epoca di Gesù da
migliaia di ebrei. Attorno ad Alessandria c’era un insediamento di Terapeuti vicino al Lago Merotis,
una comunità che era essenzialmente essena, come scrive Filone d’Alessandria,
grande filosofo e dotto ebreo contemporaneo di Gesù.
Tornato in Palestina, a dodici anni Gesù va con i genitori a Gerusalemme
e nel Tempio ha una disputa con i dottori della legge. Disputa vuol dire
contestazione, non accettazione: dove aveva appreso quel ragazzino una cultura
alternativa che gli permetteva di contestare i dottori ebrei? E’ legittimo
ipotizzare che ad Alessandria egli abbia appreso la dottrina essena dai
Terapeuti o da altri esseni.
Ma ad Alessandria apprese anche dalla popolazione egizia il ciclo di
Osiride, il Dio che muore e risorge. Gli egizi, durante le feste in suo onore, mangiavano
il corpo e bevevano il sangue di Osiride sotto la specie del pane e del vino
per poter risorgere come lui alla vita eterna. Tralasciamo per ora la morte e
resurrezione, la parte egizia confluita nella dottrina di Gesù, per concentrarci
sulla dottrina essena, anch’essa confluita nella dottrina di Gesù che le fuse
in un’unica dottrina.
Quando Gesù comincia la sua predicazione, secondo i Vangeli, il suo
comportamento e insegnamento sono contrari ai precetti della Bibbia, difatti egli:
1.
Non rispetta
il sabato
2.
Frequenta i
lebbrosi, le prostitute e i pubblicani
3.
Contesta e
irride i sacerdoti del Tempio
4.
Libera gli
animali destinati al sacrificio nel Tempio
5.
Prende donne
al suo seguito
6.
Celebra la Pasqua un giorno prima di
quella del Tempio di Gerusalemme, come facevano gli esseni e come conferma
Giovanni nel suo Vangelo.
7.
Si dichiara
figlio di Dio, cosa inaudita per la
Bibbia che prevede la pena di morte per quella
bestemmia. La condanna a morte di Gesù era nella legalità per il mondo ebraico,
anche se ottenuta forzando la mano a Pilato.
In sintesi, Gesù era un
antibiblico e, quindi, il voler spiegare la vicenda di Gesù come un
osservante della Bibbia è come voler ribaltare tutta la sua vicenda.
Qual era dunque la cultura con la quale Gesù si era formato? Era la
cultura che veniva dal Pitagorismo, da Crotone e dall’Italia di allora, per cui
si può dire che Gesù era culturalmente
italiano. Quest’affermazione deriva dal mio libro che contiene
l’analisi dei passaggi della dottrina nata in Italia col Pitagorismo, passata quindi
agli esseni e da questi a Gesù. Quello che ora voglio sottolineare è come
Pitagora abbia fondato la sua dottrina su elementi italici, quelli cioè che
egli aveva trovato nell’Italia di allora, sesto secolo avanti Cristo.
Pitagora venne a Crotone
d’Italia, come la chiama Diogene Laerzio, la prima volta da bambino,
portato dal padre Mnesarco durante un suo viaggio di lavoro. Egli notò allora
che gli Itali vivevano liberi, dividevano il cibo tra di loro nel sissizio, cioè il banchetto comune,
ed erano essenzialmente vegetariani. Da adulto Pitagora girò il mondo per
decenni, ma quando dovette lasciare la sua patria Samo per sfuggire alla
tirannide di Policrate, volle tornare in Italia, dove la popolazione autoctona meglio
rispecchiava la sua filosofia. Gli Itali però non sapevano di essere speciali: Pitagora diede loro
coscienza della loro peculiarità innalzando a dottrina il loro modo di vivere.
Avvenne una fusione tra l’essere, il
modello italico, e la coscienza dell’essere, la filosofia pitagorica: nacque
così quel grandioso fenomeno, non ancora ben compreso, che si chiamò Magna
Grecia.
Questa mia scoperta equivale a quella del Big Bang in astrofisica. Prima del Big Bang, si pensava che ci
fosse una sola galassia e che l’universo fosse stabile. Ora sappiamo che di
galassie ce n’è un numero sterminato, che l’universo è in continua espansione e
che in esso si sono generati stelle, pianeti e sulla Terra anche la vita.
Similmente, la
scoperta del Gesù italiano
cambia l’asse della storia che non ruota più attorno alla Bibbia come fonte di
salvezza. Al contrario, la dottrina pitagorica insegna che il sacrificio di
sangue, che la Bibbia
predicò e praticò con infinite vittime sgozzate e olocausti, porta alla rovina.
Difatti, Pitagora afferma che uccidendo
l’animale, la violenza entra nell’uomo creando una cultura che restituisce
all’uomo la violenza da lui data all’animale. La storia purtroppo
dimostra come Pitagora avesse ragione: il popolo ebraico, che per mille anni ha
offerto olocausti mattina e sera nel Tempio, finì lui stesso olocausto ad opera
dei nazisti. Da un po’ di tempo, invece di olocausto degli ebrei come si diceva fino a pochi anni fa, si usa
dire Shoà, che in ebraico vuol
dire strage: inconsciamente forse si vuole rimuovere quel precedente. In verità
la Bibbia aveva creato negli ebrei la convinzione che l’essere vittima sacrificale
era segno di predilezione divina, e perciò non lottarono contro il
nazismo. Si lasciarono uccidere, proprio come dice la Bibbia (Isaia 53,6-7): Maltrattato, si lasciò
umiliare e non aprì la bocca come l'agnello condotto al mattatoio.
Pitagora vide che gli Itali offrivano agli Dei il Bue di Pane, che veniva
infornato con il primo grano dell’anno, quindi intorno a luglio, in ricordo
dell’abbandono dell’alimentazione di carne e dell’avanzare del grano, come
testimonia Aristotele. Egli scrive nella Politica che Italo convertì il popolo degli Enotri da allevatori in agricoltori, li
chiamò Itali dal suo nome e stabilì il sissizio, il convivio al quale tutti
partecipavano portando il cibo che dividevano.
Pitagora capì l’importanza del sissizio e ne fece un sissizio pitagorico che celebrava la
sera dopo cena con pane e vino: dello
stesso pane un pezzo a tutti e dello stesso vino un sorso a tutti. Il sissizio pitagorico diventò poi sissizio
degli esseni, e alla fine ultima cena di Gesù.
I dodici apostoli, senza saperlo, si riallacciavano alla dottrina
pitagorica diffusa, per cinque secoli prima di Cristo, da filosofi del calibro
di Socrate, Platone, Aristotele, Plotino e poi da una lunga schiera di
pitagorici e neopitagorici, comprese molte donne, attivi in tutto il mondo
greco-romano. Furono loro che dissodarono il terreno nel quale poi gli apostoli
seminarono la loro predicazione. Due esempi per illustrare questa mia
affermazione. La libertà degli schiavi, bandiera del cristianesimo, fu
inalberata da Pitagora che liberò i suoi due schiavi Astreo e Zalmosside. E
Timeo, il legislatore di Locri, allievo di Telàuge figlio di Pitagora, inserì
la proibizione della schiavitù nelle Tavole di Locri nel sesto secolo avanti
Cristo, norma passata pari pari agli esseni che non tolleravano la schiavitù.
Come anche la comunione dei beni, base della vita italica e pitagorica, fu
adottata da Gesù e osservata dagli apostoli e dai primi cristiani: primi e
ultimi, si può dire, perché senza la comunione dei beni il cristianesimo è
svuotato di sostanza e la stessa comunione eucaristica si riduce a una
formalità.
Insomma, Gesù non fu un profeta ebraico velleitario,
ma un ribelle del sistema ebraico che portava avanti un discorso basato sulla
civiltà dell’Italia, convalidata e razionalizzata dalla matematica e dalla
filosofia pitagorica.
Per dare un’idea della diffusione del neopitagorismo, la filosofia che
riprese il pitagorismo nell’impero di Roma, ricordo solo alcuni capiscuola che
ebbero fama e allievi, un’accelerazione vera e propria che spianò la strada al
cristianesimo. Basta ricordare i principali rappresentanti
del neopitagorismo come Nigidio Figulo (prima metà del sec. I a. C.), Apollonio
di Tiana (sec. I d. C.), Moderato di Gades (sec. I d. C.), Nicomaco di Gerasa
(sec. II d. C.), Numenio di Apamea (sec. II d. C.). Lo stesso Cicerone, estimatore
del pitagorismo e grande amico di Nigidio Figulo, andò a Metaponto a onorare la
casa e tomba di Pitagora, come lui stesso scrive.
Inoltre, il più
grande tempio dei Pitagorici si trova a Roma, nel sottosuolo di Porta Maggiore,
una superba basilica tutta bianca a tre navate, costruita sottoterra forse nel
secondo secolo dopo Cristo, chiusa attualmente al pubblico ma esplorabile con
internet digitando: basilica neopitagorica Porta Maggiore Roma.
Per concludere
questo scritto, che avremo modo di allargare prossimamente con gli amici a
Pavia in compagnia di un Bue di Pane, mi sento di dire che la nuova civiltà del
mondo, la Civiltà
Sissiziale , sarà l’unica possibile alternativa al caos che
avvolge sempre di più il nostro pianeta. Questa nuova e grande avventura parte
dall’Italia perché questo è il destino dell’Italia: dara al mondo la civiltà. E
quando l’Italia va incontro a questo destino, è grande e magnifica. Quando si
allontana da questo grandioso compito, è depressa e in ginocchio. Non c’è da
avere paura perché Gesù l’italiano riprende il suo cammino da Crotone per
soccorre l’umanità.
venerdì 26 settembre 2014
Pavia sempre più leader della formazione internazionale
L'Università degli Studi di Pavia è da sempre impegnata in attività di cooperazione internazionale finalizzate ad accrescere ed uniformare il livello delle competenze professionali fornite, con una attenzione particolare agli atenei, pubblici e privati, dell'America Latina. In questo solco si inserisce il progetto finanziato dalla Comunità Europea "Alfa Funda Enfermeria" e rivolto alla formazione del personale infermieristico latinoamericano. Ente capofila è l'Università della Fondazione ISALUD di Buenos Aires, che ha scelto come unici partner europei l'ateneo pavese e quello spagnolo della Navarra, coinvolgendo università del Paraguay, Perù e di El Salvador. Il documento che segue illustra nei dettagli finalità e modalità del progetto: Alfa Funda Enfermeria.
lunedì 21 luglio 2014
L'ATTUALITA' di FRA DOLCINO (Vintage Press)
Si vuole condividere con tutti i soci e simpatizzanti di "Città del Sole" uno scritto di qualche anno fa dedicato alla figura di Fra Dolcino, sottolineandone la straordinaria attualità. L'autore è un Anonimo Lomellino del III Millennio (Salice Terme, Hotel President). Ecco il link Fra Dolcino
Buona lettura!
Buona lettura!
lunedì 26 maggio 2014
CRISTO RITORNA DA CROTONE - PAVIA, 3 GIUGNO 2014
Segnaliamo a tutti i soci e simpatizzanti l'appuntamento del 3 giugno alle ore 17.30 presso la Sala di Santa Maria Gualtieri in Piazza della Vittoria a Pavia. Nell'occasione, sarà presentato il libro di Salvatore Mongiardo "Cristo ritorna da Crotone", alla presenza dell'autore, di Don Franco Tassone, del Presidente di "Città del Sole" Prof, Giuseppe Nappi e del coordinatore operativo Vincenzo Lista. Modera il giornalista Claudio Micalizio. Invitiamo tutti coloro che hanno la possibilità di farlo ad intervenire numerosi al primo evento pubblico organizzato e promosso dal Circolo di Cultura e Partecipazione Civile "Città del Sole", insieme all'Associazione CalabroLombarda di Milano, in collaborazione con la Fondazione CIRNA Onlus, il Gruppo di Studio di Neuroteoretica "Alla porta di Elea" e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Pavia. Grazie! A questo link è presente la locandina Cristo ritorna da Crotone
lunedì 12 maggio 2014
NEUROSCIENZE, DIRITTI E SOCIETA' - 17 MAGGIO 2014
Segnaliamo sabato 17 maggio 2014 un interessante appuntamento promosso dal Centro di Cultura e Partecipazione Civile "Città del Sole" e dal Gruppo di Neuroteoretica "Alla porta di Elea" della Fondazione CIRNA Onlus, in collaborazione con la Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino di Pavia. Gli interventi dei relatori riguarderanno, sotto diversi aspetti, il ruolo delle Neuroscienze nelle indagine investigative. Al link seguente è consultabile il programma della mattinata:
Neuroscienze, diritti e società
Neuroscienze, diritti e società
mercoledì 2 aprile 2014
Referendum nel VENETO e tentativo della Regione LOMBARDIA di trasformarsi in Regione a statuto autonomo
Quanto è accaduto
in Veneto a proposito di un pronunciamento popolare sull'indipendenza e quanto
potrebbe accadere in Lombardia dove si sta premendo per una possibile
consultazione a livello popolare sulla trasformazione in regione a statuto
speciale non può non far
riflettere. Non soffermiamoci qui sulla veridicità
del dato del Veneto, se il conteggio dei voti sia reale o meno, ma
limitiamoci ad analizzare il senso politico di tutto ciò: il perché è accaduto ciò che è accaduto.
Partiamo come sempre da un dato di fatto: una situazione
economica non più sostenibile.
Il Nord-Est, che nell'immaginario della nazione era la locomotiva trainante del
Sistema Italia, purtroppo oggi non traina più
neanche se stesso. Le aziende, molte, sono ormai lontane e quelle poche che ancora presidiano il territorio hanno estreme difficoltà a sopravvivere, tranne rare e
felici eccezioni.
E' la frustrazione di un popolo che solo occasionalmente oggi si
chiama Veneto ma che domani potrebbe chiamarsi lombardo e magari dopodomani
piemontese: quello che non regge più
e' la sopportazione della gente che non riesce a vedere un futuro roseo.
Molti non riescono a vedere un futuro perché
non riescono ad avere un presente. Leggiamo nella nostra Costituzione che
l'Italia e' una repubblica fondata sul lavoro: quello che oggi viene a mancare
e' il fondamento della nostra repubblica, il lavoro. Ciò che dona dignità
a una persona, ciò che
persino ci è stato insegnato -dacci oggi il nostro pane quotidiano - e'
fondamentale, ciò che dona
a ognuno di noi il senso della propria vita, del proprio essere cittadino con
diritti e con doveri, sta venendo a mancare oppure non esiste più del tutto per larga parte della
popolazione. Ecco allora, dopo tante proteste, la protesta più semplice e più immediata, una via di fuga che
si concretizza nell'attuare spinte autonomiste. La spinta secessionista e'
tutto sommato estremamente facile da ipotizzare: la repubblica esiste da quasi
70 anni, la nazione italiana da poco più
di 150: da secoli esistono più
realtà italiane, che
oggi rivivono nelle regioni. Eppure... la nostra identità si basa su un documento condiviso, la nostra
Costituzione, che recita ad esempio: "La Repubblica , una e
indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che
dipendono dallo Stato il più ampio
decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua
legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento. (Art.5 della
Costituzione)". Nell'epoca della globalizzazione, del "sempre-connessi-in-ogni-
luogo", non ha senso, non ha più
senso dar vita a minuscole realtà
la cui indipendenza, per essere tale, deve essere di fatto garantita da
altre realtà più grandi. In poche parole,
l'indipendenza della provincia di Sondrio avrebbe senso solo se una stato
nazionale come la Svizzera
ne garantisse l'autonomia. Pura fantascienza... Tuttavia, a livello macro, le
cose non vanno come devono: guardiamo all'Unione Europea che sembra allontanare
più che attrarre. Questo
perché una Unione basata solo
su leggi economiche, vedasi euro, non può
avere vita lunga prospera e felice: ciò
che fa star assieme i popoli sono le affinità culturali, cristiane, civili e sociali. Sono in
una parola, i valori fondanti la dignità
umana, il pensiero umano, i valori dello cristianità.
A questo stato di cose non ci siamo giunti senza preavviso. Decenni di cattiva politica basata sull'interesse particolare e dei singoli hanno
generato disillusione e senso di impotenza da parte dei cittadini. Non solo: l'arroganza di una
politica cieca e capace solo di
soddisfare se stessa ha dato vita a sacche di potere, caste di
intoccabili, quali alcune categorie di
dipendenti pubblici che orbitano a livello di istituzioni
nazionali, che finiscono con l'assommare privilegi a dir poco feudali. Di fronte ad un Paese che tira la
cinghia, certi privilegi non possono più
essere tollerati. Come uscirne?
Questo riuscirà
a risolvere la crisi economica? Forse, perché ogni realtà
dipende da una realtà
sempre più
grande.
Potrebbe però
servire risolvere una crisi morale che
serpeggia fra gli italiani.
Vincenzo Lista
venerdì 28 marzo 2014
SANITA': UNA SOCIETA' FEUDALE
Al link che segue trovate un interessante contributo del Professor Giuseppe Nappi, Presidente di Città del Sole: Sanità:una società feudale
martedì 18 marzo 2014
SALUD GLOBAL - PAVIA, 25 MARZO 2014
Segnaliamo a tutti gli interessati un importante workshop internazionale in programma a Pavia martedì 25 marzo presso l'Aula Magna del Collegio Ghislieri di Pavia. Si tratterà il tema della correlazione tra la globalizzazione della salute e la conseguente necessità di condividere un linguaggio comune. Si porterà l'esempio della cooperazione scientifica in atto da anni tra Europa e America Latina, con Italia (Pavia) e Argentina (Buenos Aires) in primo piano. Ospite d'onore sarà Gines Gonzalez Garcia, Ministro della Salute Argentina dal 2002 al 2007. Città del Sole aderisce all'iniziativa (il suo logo è presente nella locandina) e invita ad intervenire numerosi. Di seguito il link al programma completo: SALUD GLOBAL
sabato 15 marzo 2014
LA POLITICA E' LO SPECCHIO DELL'ATTUALE SOCIETA'
E' con grande soddisfazione che annunciamo la pubblicazione sul settimanale "il Ticino" in edicola venerdì 14 marzo dell'intervento del coordinatore cittadino di "Città del Sole" Vincenzo Lista, già disponibile su questo blog dal 25 febbraio scorso. Di seguito il link all'articolo Politica specchio della società
giovedì 27 febbraio 2014
LO STATUTO DI "CITTA' DEL SOLE"
Al link che segue è possibile consultare e scaricare il testo integrale dello Statuto del Centro di Cultura e Partecipazione Civile "Città del Sole": tutto alla luce del sole...
Statuto Città del Sole
Statuto Città del Sole
martedì 25 febbraio 2014
CASTA DEI PARTITI - SOCIETA’ CIVILE – PROSSIME ELEZIONI
“Auguro al popolo
italiano, al quale guardo con affetto, anche per le comuni radici che ci
legano, di rinnovare il proprio encomiabile impegno di solidarietà verso i più
deboli e gli indifesi e, con lo sforzo sincero e corale di cittadini e
istituzioni, di superare le attuali difficoltà, ritrovando il clima di
costruttiva creatività sociale che lo ha lungamente caratterizzato”. Mi
piace iniziare questo mio scritto con una citazione di Papa Francesco, tratta
dal discorso tenuto agli inizi di gennaio al Corpo Diplomatico accreditato
presso la Santa Sede ,
per meglio inquadrare l’argomento che desidero trattare.
Oggi assistiamo ad una spaccatura, quindi ad una separazione,
fra la nostra Governance, cioè quella che in maniera colorita chiamiamo “casta
dei politici”, e l’insieme di tutti noi cittadini, il “Paese reale”, come certe
semplificazioni giornalistiche amano definire. I primi sembrano assorti nei
“giochi di Palazzo”, molto simili alle bizantine congiure dei secoli passati, i
secondi si lamentano dei politici che loro stessi – noi stessi – hanno eletto e
pretendono atti concreti e virtuosi per la convivenza civile. Alla luce di
questa semplificazione che ben ritrae la realtà, i cittadini sarebbero dalla
parte giusta mentre la classe politica sarebbe composta in maggior misura da
corrotti che prendono decisioni errate e ingiuste.
Questa frizione fra il Palazzo e la cittadinanza ha avuto
inizio con Tangentopoli, con il primo scandalo di massa che ha messo a nudo una
certa mancanza di onestà e integrità morale della classe politica italiana. Da
quel momento sono sorti partiti o movimenti che hanno fatto della battaglia di
risanamento morale il proprio vessillo o la propria ragion d’essere, avendo
buon gioco nel raccogliere il malcontento diffuso e utilizzandolo a loro volta
per contrapporsi ai vecchi schieramenti politici. Ad esempio la Lega, più di ogni altra forza
simile in passato, ha fatto leva su questi sentimenti di rivalsa nei confronti
della casta politica, coagulando attorno a sé quel consenso che l’ha portata a
guidare le sorti di molte amministrazioni locali e regionali, fino ad avere voce
in capitolo nell'andamento dello Stato. Essa ha preteso di rappresentare la
società civile e, in questa contrapposizione al Palazzo, ha accreditato se
stessa come forza politica migliore di altri partiti: in questo atteggiamento
di fondo sono riconducibili alcune concessioni al folklore come la sceneggiata
in Parlamento del cappio da impiccagione per i ladri della casta.
Oggi il M5S ha la stessa tendenza: l’accreditarsi migliore
delle altre forze politiche presso il popolo e l’accreditarsi presso le
Istituzioni come la sola forza politica capace di far funzionare l’economia e
di mettere ordine in un paese come l’Italia.
A ben vedere, mi sorge il dubbio che questi movimenti non
siano poi tanto più virtuosi degli altri partiti politici. Politica e società
civile sono “vasi comunicanti” che si trasmettono a vicenda vizi, colpe,
errori… Il Palazzo è lo specchio della società attuale e viceversa.
Si impreca contro i partiti, a buon ragione contro la
corruzione, la disonestà, l’evasione fiscale e il non rispetto di tante regole…
ma quanti cittadini sono attenti e
rispettano le regole, da quelle della buona convivenza al rispetto degli altri
comprese quelle addebitate alle varie caste? Basti citare l’evasione fiscale, i
privilegi immeritati, le raccomandazioni – mafia – il voler fare i furbi a
tutti i costi: peccati comuni a tutti sia alla casta che alla società civile.
Ho fatto solo qualche esempio perché proprio questi
costituiscono le colonne del consenso elettorale. I miti sono difficili da
smascherare, soprattutto se, con l'abilità di chi li alimenta, si basano sulla
comune disperazione, sulla “fame” di giustizia, sulla sete di onestà, sul
fabbisogno di “aria pulita” che ogni italiano, esasperato da anni di crisi,
anela come un sorso d’acqua nel deserto.
Nel 2013 la spesa delle famiglie è tornata indietro di circa
dieci anni. Si acquistano prodotti alimentari guardando solo alle promozioni e
alla convenienza, si riducono le spese per cinema, svago e benzina. E questo
forse si potrebbe ancora sopportare. Ciò che è intollerabile è che si debba
ricorrere a mutui e prestiti anche per pagare cure per malattie.
Secondo le statistiche, circa sei milioni di italiani sono
stati toccati dal lavoro precario e dall'inabilità; oltre tre milioni si
devono accontentare di contratti a tempo determinato o di lavori occasionali e
altrettanti sono sottoccupati, cassaintegrati nelle varie modalità o part-time.
La vita trascorre senza sapore, senza significato: i più
fortunati – usando una parola ormai in uso – galleggiano su ciò che si è
accumulato negli anni più prosperi.
Nel Vangelo Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale
della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?
A null'altro serve se non ad essere gettato via”.
Ricordandoci oggi di quel versetto del Vangelo, dobbiamo
interrogarci su cosa possa rendere di nuovo il nostro Paese più ricco di sapori e aromi. La politica fino ad ora non è stata capace di mantenere quel sapore,
anzi ha sottratto altra sapidità alla vita di tanti italiani facendosi vedere
impegnata più ad accaparrarsi posti di potere che a servire la collettività.
Per concludere, se la società civile non diverrà moralmente
più “civile”, scusate il gioco di parole ma vale la pena ripetere il concetto,
e anche intellettualmente più onesta, la contrapposizione e la distanza dalla
politica non saranno mai colmabili.
Ecco perché ci troveremo sempre la stessa casta o
istituzione con cambiamenti di scarso valore o ci troveremo a parafrasare le
parole di Tancredi nel Gattopardo: “Se vogliamo che tutto rimanga come è,
bisogna che tutto cambi”.
E’ chiaro che quando scrivo casta o società civile non le
intendo nella loro complessità, ma come anche i fatti dimostrano, nella loro
maggioranza.
Concludo con un interrogativo. Oggi, il Paese può farcela?
In questo periodo si è varato il nuovo e stimolante Governo,
si terranno le importanti e rilevanti elezioni Europee - in concomitanza con il rinnovo del Consiglio
comunale di Pavia e in altre città
importanti del nostro Paese - la
società stessa saprà trovare di nuovo la sapidità della vita e della fede per uscire da una crisi così profonda?
Sarà l’occasione di ritrovare il sale di una nuova società
della speranza? In caso contrario sprofonderemo in un buio che non si è mai
visto prima.
Vincenzo Lista
martedì 11 febbraio 2014
LA STAMPA LOCALE SI INTERESSA A CITTA' DEL SOLE
Leggi o scarica l'articolo pubblicato dal settimanale della Diocesi di Pavia " il Ticino" in edicola il 7 febbraio 2014 Città del Sole
CITTA' DEL SOLE VI DA' IL BENVENUTO A BORDO
Nel mese di dicembre del 2013 un gruppo di cittadini pavesi ha dato vita a "Città del Sole", un Centro di Cultura e Partecipazione Civile. "Città del Sole" non vuole diventare o sostenere un partito politico, ma stimolare la Politica tutta, locale e non, a perseguire concretamente l'interesse comune, attraverso dibattiti, confronti, atti concreti di solidarietà sociale. Tramite questo blog sarà possibile essere informati su tutte le iniziative che "Città del Sole" intraprenderà nei prossimi mesi. Grazie a chi vorrà essere dei nostri!
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