domenica 9 ottobre 2016

SI' e NO: le tesi espresse al dibattito del 23 settembre scorso sul Referendum Costituzionale

Sì o No... La risposta è semplice in fondo, si tratta di approvare o non approvare un quesito referendario sulla modifica della Costituzione. Difficile è proprio l'oggetto del contendere, la riforma stessa. Animati dal desiderio di conoscere meglio e più in profondità al fine di informare e essere informati per un voto consapevole, il Centro di Cultura e Partecipazione Civile “Città del Sole” di Pavia ha organizzato lo scorso 23 settembre il dibattito “La Riforma Costituzionale” che ha visto dialogare e interagire con il folto pubblico intervenuto il Sen. Roberto Mura, all'epoca segretario provinciale della Lega Nord, e il prof. Francesco Rampulla dell'Università di Pavia. Nel frattempo è intervenuto il Governo che ha sancito la data della consultazione referendaria: il referendum popolare confermativo sulla legge costituzionale approvata, si svolgerà il 4 dicembre 2016, come stabilito dal Consiglio dei Ministri n.132 del 26 settembre 2016. Ma di che tratta questo referendum al quale siamo chiamati a dare la nostra risposta? Il testo di legge costituzionale, approvato in via definitiva dal Parlamento il 12 aprile 2016 mira principalmente al superamento dell’attuale bicameralismo paritario e alla modificazione della ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni. Il superamento del bicameralismo perfettamente paritario, la revisione del riparto delle competenze tra Stato e Regioni, l'eliminazione delle Province e la soppressione del CNEL, la riduzione dei costi: ecco i capisaldi della Riforma. “Non tutto è da buttare in questa Riforma, ma a parer mio gli elementi negativi sono più numerosi  degli elementi positivi” ha sottolineato il sen. Mura che ha chiarito le ragioni per cui votare no al Referendum, sottolineando come il “No” sia motivato per ragioni di merito e di metodo. In sostanza  occorre rigettare questa Riforma perché inefficace dal punto di vista del contenimento dei costi della politica – la “trasformazione” dell'attuale Senato non comporterebbe grandi risparmi – e finirebbe anzi con il promuovere a senatori politici amministrativi che non avrebbero molto tempo da dedicare al loro nuovo ruolo. In realtà ciò che il senatore rimprovera a questo testo di Riforma è l'essere nato nelle segreterie di partito, in particolare del partito di governo, anziché da una base condivisa. “Mi pare che queste siano le ragioni  per sostenere che la riforma  semplifichi  i rapporti  Stato-Regione, snellisca il procedimento legislativo, diminuisca il numero  dei parlamentari  e i relativi oneri, razionalizzi gli Enti Locali ed, infine dia al Governo la possibilità  di accelerare  l’approvazione  dei disegni di legge  essenziali per l’attuazione del proprio programma. A mio avviso, vi sono fondate motivazioni per un voto positivo  sul merito oggettivo  della riforma, poiché il meglio è nemico del bene” spiega invece il prof. Rampulla, docente di diritto amministrativo all'Università di Pavia e convinto sostenitore del “si”. Entrambi i protagonisti del dibattito hanno poi concordato sul fatto che l'aver personalizzato all'inizio il confronto elettorale, quando cioè il premier Renzi ha posto in gioco la sua permanenza a Palazzo Chigi legandola all'esito del referendum, non ha consentito un corretto approccio alla questione referendaria. Entrando nel dettaglio, la Riforma prevede che solo la Camera dei Deputati conferisce e revoca la fiducia al Governo: la Camera è protagonista del procedimento legislativo salvo limitati casi in cui la funzione legislativa è bicamerale. I senatori, la massimo 100, sono eletti dai Consigli Regionali e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, tenendo conto delle scelte dei cittadini espresse al momento delle elezioni dei Consigli Regionali. Si delinea un nuovo procedimento legislativo.  Sono eliminate le competenze concorrenti tra Stato e Regioni. Lo Stato diventa responsabile esclusivo di materie strategiche come: il coordinamento della finanza pubblica; le politiche attive del lavoro; le infrastrutture; le politiche energetiche; l'ambiente. E' attuata una riduzione dei costi: il mandato dei senatori sarà di natura gratuita; gli emolumenti dei consiglieri regionali verranno equiparati a quello del sindaco del comune capoluogo di regione; verrà introdotto il divieto di rimborsi o altri trasferimenti monetari con oneri a carico della finanza pubblica per i gruppi politici presenti nel Consigli  Regionali.  Al termine delle relazioni del Sen. Mura e del Prof. Rampulla, sono da segnalare gli interessanti, appassionati interventi da parte di Marco Bellaviti e di Walter Veltri, il primo a favore del Sì, il secondo a favore del No.













giovedì 6 ottobre 2016

Il pensiero del Prof. Giuseppe Nisticò sul prossimo Referendum Costituzionale

Riceviamo e pubblichiamo, come contributo alla riflessione in vista del Referendum Costituzionale, il pensiero dell'amico di Città del Sole Prof. Giuseppe Nisticò, Ordinario di Farmacologia all'Università Tor Vergata di Roma, già Senatore della Repubblica, Presidente della Regione Calabria e Parlamentare Europeo per Forza Italia. Alla riflessione del Prof. Nisticò segue un commento del Coordinatore di Città del Sole Vincenzo Lista. Prossimamente sarà pubblicato il racconto del dibattito promosso da Città del Sole lo scorso 23 settembre, con espresse le tesi del Sì e del No. Buona lettura!

"Come uomo di centro-destra rispondo Si' all'appello di Renzi per il referendum. L'appello di Renzi nel comizio di Firenze per lanciare il tour del Si' in Italia al popolo di centro-destra dimostra grande intelligenza politica del premier e una visione strategica per il futuro del nostro Paese. Sono fiero di avere militato nelle fila di Forza Italia a partire dalla sua fondazione, ma cio' non mi impedisce oggi da uomo libero di votare Si' alla riforma costituzionale. Chiedo al Presidente Berlusconi di dare liberta'di voto a me e agli iscritti di Forza Italia che vogliono votare nel merito avendo a cuore il vero significato politico della riforma della Costituzione nell'interesse superiore del nostro Paese. Insieme con l'on. Carmelo Pujia - continua Nistico ' - gia' sottosegretario al Tesoro della Democrazia Cristiana, dopo una lunga e proficua discussione lo scorso 29 Giugno con il ministro Maria Elena Boschi, abbiamo maturato la decisione di appoggiare il Referendum. Siamo convinti che il voto della riforma della Costituzione rappresenti una pietra miliare per il futuro delle nuove generazioni e dei nostri figli. Il "Movimento Si'per l'Italia" si va diffondendo progressivamente in Calabria e in altre Regioni e sono stati costituiti centinaia di Comitati del Si' di uomini e di donne. Sono sicuro che l'appello di Renzi sara' accolto da migliaia e migliaia di cittadini che oggi votano per il centro-destra. Il voto del referendum non deve rappresentare una lotta fratricida fra partiti o peggio ancora fra correnti dello stesso partito. Ho apprezzato la coraggiosa presa di posizione dei miei amici di FI Marcello Pera e Giuliano Urbani che hanno costituito un Comitato nazionale Liberi Si' con cui si sono rivolti agli elettori del centro-destra e in particolare a quelli di Fi spiegando le ragioni autentiche per votare Si' al Referendum e paventando il timore di un ennesimo fallimento della riforma della Costituzione. 
Non c'entra il governo, c'entra il Paese con il voto al referendum! Si tratta infatti di superare il bicameralismo paritario e avere una sola Camera, che finalmente potra' legiferare con maggiore rapidita' ed efficienza nell'interesse dei cittadini.Si tratta ancora di ridurre drasticamente il numero delle poltrone dei parlamentari con ingenti risparmi per le casse dello Stato. E' ovvio che molti degli attuali senatori morbosamente legati alla poltrona tenteranno fino all'ultimo respiro di opporsi. Si tratta inoltre di migliorare i rapporti Stato-Regioni per evitare estenuanti conflitti e contenziosi. Come e' possibile - dice l'ex governatore della Calabria - continuare a permettere che una Regione dell'Europa, quasi fosse una Regione dell'India, abbia il potere di legiferare in opposizione a direttive europee gia'aprovate dal nostro Paese? Come e' possibile permettere che i farmaci strumenti fondamentali per la vita dei pazienti abbiano prezzi diversi nelle varie Regioni o che addirittura alcuni non siano presenti nel Prontuario Terapeutico? Cosi' si nega ai cittadini di godere degli stessi sacrosanti diritti alla salute. Ecco perche' da uomo di centro-destra staccato ormai dai giochetti di potere e guardando con obiettiva serenita' alla vita politica devo riconoscere che il premier Renzi sta dimostrando di essere super partes e di avere a cuore il destino di tutti i cittadini indipendentemente dal loro partito di appartenenza. Peccato che nel 1997, quando ero Presidente della Regione Calabria, non ci fosse Renzi per fare insieme un governo di larghe intese per le emergenze Calabria! Al contrario c'era Massimo D'Alema che ancora oggi ostinatamente e' contrario alle riforme. E' vero che il lupo cambia il pelo ma non il vizio". 


Caro prof.
Ho letto con interesse il tuo pensiero in merito al Referendum Costituzionale.
Lo condivido sia per il contenuto, sia per la chiarezza espositiva, indice di una linearità di pensiero che con brevi passaggi evidenzia il cuore del problema. A proposito dei contenuti, il mio orientamento a votare Sì al referendum è ben espresso dalle tue tesi. Innanzitutto non dobbiamo cedere alla battaglia politica che mai come in questo caso finisce con l'impoverire il dibattito politico, vero motore propulsivo del Paese. Sbagliano quanti hanno impostato il sì o il no al referendum nei termini di sì o no al premier Renzi e tu, prof, ben evidenzi la vera questione: questo referendum è l'occasione per compiere il deciso salto di qualità nell'amministrazione del Paese che ancora manca per uno “svecchiamento” delle Istituzioni. Uso il termine svecchiare non in senso dispregiativo per la categoria della terza età, illuminata consigliera dei giovani in questi tempi difficili e difatti,  quando a loro mi riferisco, parlo di anziani e non di vecchi. Ho usato svecchiamento per indicare quanto di obsoleto e di non più rispondente ai bisogni della gente  vi è nella nostra società. L'Italia ha bisogno di camminare, di progredire e solo una governance snella e in linea con i tempi può farci compiere questo deciso salto di qualità. Non dunque un referendum pro o contro Renzi ma un referendum per un'Italia più al passo con i tempi, snella nelle procedure più intime della vita politica per essere di nuovo al fianco dei cittadini che, francamente, ormai non tollerano più né vuoti discorsi né una pletora di personaggi interessati non al bene supremo dello Stato bensì all'egoismo del posto che conta. Il futuro ha un cuore antico, verrebbe da adattare questa celebre frase al nostro Paese che per cambiare e mettere una marcia in più deve rifarsi al testo supremo, la Costituzione, perennemente giovane perché afferma la centralità del lavoro e degli aggregati sociali.
Eccellente e opportuna l’idea del progetto presentato  al ministro Boschi di dar vita sul territorio a una serie di incontri per meglio delineare la riforma della Costituzione: è solo ripartendo dalla gente e confrontandoci insieme sul tema che può effettivamente ripartire il nostro Paese. Il successo del fronte del Sì al referendum potrebbe solo innescare un circuito virtuoso che diminuirebbe il numero dei senatori unendo ad una governance più snella la liberazione di una cospicua dotazione economica da rimettere in circolo a favore ad esempio della ricerca scientifica. Quel che ne emergerebbe importante sarebbe una sostanziale tenuta dell'Esecutivo che sarebbe premiata dai mercati finanziari. Stiamo parlando del bene supremo della nazione, un fatto che esula dagli schieramenti partitici e, con grande acume politico,  tende la mano al centro-destra affinché, rinnovato, possa cogliere un'opportunità storica di progresso politico e quindi sociale e approfondire, senza preconcetti di parte, la possibilità di ulteriori riforme. In sostanza, plaudendo al tuo articolo, che condivido e faccio mio, raccolgo l'appello e mi schiero, con più convinzione, per il Sì al referendum.
Ti saluto e ti ricordo con affetto!
Vincenzo Lista