L’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Nistico’, ha donato a
Papa Francesco un quadro del pittore calabrese Aldo Turchiaro. L’opera,
di grandi dimensioni (1.90 x 1.90 metri), rappresenta l’abate
Gioacchino da Fiore, nato a Celico, in provincia di Cosenza, la stessa
cittadina in cui e’ nato anche il pittore.
Il dono. “E’ stata una giornata di sole – ha detto
Nistico’ dopo l’incontro – in cui il quadro di Gioacchino risplendeva in
tutti i suoi particolari: un uomo dal volto luminoso con gli occhi
volti all’infinito che vedono il futuro, una folta barba , un corpo
slanciato con possenti anche e mani forti, la mano destra che stringe un
lungo bastone giallo e la mano sinistra che tiene una bisaccia pesante,
la bisaccia in cui sono racchiuse le speranze come dice Turchiaro. Alla
sinistra, a fianco di Gioacchino da Fiore un enorme uccello con un
occhio giallo, metallico. Intorno all’abate piccoli uccelli colorati e
ai suoi piedi un piccolo lupo. E’ un vero capolavoro – ha detto ancora
Nistico’ – in cui non c’e’ gerarchia fra le figure, fra uomo e animali.
Tutti hanno pari dignita’ e questo riflette anche la concezione di Papa
Francesco”. Nistico, rivolgendosi al Papa mentre gli stringeva le mani,
ha detto: “Santita’, innanzi tutto la mia devozione, poi le ho portato
il dono del pittore Turchiaro, grande artista della Calabria, la mia
regione di cui sono stato presidente e cioe’ il quadro di San Gioacchino
da Fiore”.
La devozione. A questo punto – racconta ancora
Nistico’ – papa Francesco mi interrompe e dice alta voce: “Ma Gioacchino
non e’ ancora Santo!”. Ecco perche’ ho continuato io – prosegue Nistico – merita di essere santo perche’ nella sua profezia dell’era dello
Spirito Santo aveva previsto in maniera chiara che in questa era le
porte della Chiesa si sarebbero spalancate ai poveri. E’ questa, ho
detto io con convinzione, l’era di Papa Francesco! Lui dopo aver
ammirato Gioacchino da Fiore mi guardava con un volto raggiante e
sorridente. Il secondo dono – dice Nistico’ – e’ una busta in cui gli ho
detto ci sono alcuni miei scritti fra cui i miei ricordi quando da
governatore della Calabria ho avuto l’onore di visitare alla Casa Rosada
il Presidente Menem e poi i grandi geni di origine calabrese, il maestro
Cadicamo, il numero 1 del Tango, nel mondo e lo scrittore Ernesto
Sabato. Infine un piccolo regalo del mio piccolo Salvatore, l’ultimo suo
CD. Ci siamo lasciati – spiega Nistico’ – con un sorriso e da parte mia
con una intensa commozione. E’ stato un incontro breve ma denso di
contenuti e per me certamente indelebile”.
COMUNICATO STAMPA a cura di CITTA' DEL SOLE
Il prof. Nisticò ha portato di recente all’attenzione
del Santo Padre la figura di Gioacchino da Fiore! Il dono
fatto al Santo Padre del dipinto di Aldo Turchiaro raffigurante il grande abate
originario di Celico (CS) ha il merito di riproporre, per una più adeguata
comprensione, la complessità della figura di Gioacchino, teologo, mistico
e annunciatore dell’ “età dello
Spirito”. Se guardiamo alla storia, « …
il calabrese abate Gioacchino “ di spirito profetico dotato » come scrive Dante
nel Paradiso (vv. 140-141 - vedi Basilica di S.Agostino a Pavia), uomo di pace e di mediazione culturale fu
ispiratore di una nuova lettura della storia della Salvezza che superò la
tripartizione tutta agostiniana dell’età “prima della legge, sotto la legge,
sotto la grazia” nella visione del tempo “prima della legge, sotto la legge,
sotto il Vangelo, l’età dello
Spirito”. Una proposta ardita quella
del Prof. Nisticò che, allunga il tempo
della salvezza, sicuramente originale come è stato il contributo di Gioacchino da Fiore alla cultura
e all’arte; la sua figura e il suo pensiero sono stati ripresi e riproposti più volte nel Duomo di Assisi e la grandezza dell’abate Gioacchino non si
discute. Ciò che ancora risalta è il tentativo di dare una risposta alle domande di senso che
albergano nel cuore di ogni uomo. Ecco perché Gioacchino, al pari di Agostino e
di altri grandi convertiti, sono icone da proporre ad ogni uomo assetato di
infinito che mette in gioco se stesso al fine di conoscere la vera vita, il
senso ultimo della sua esistenza. Encomiabile davvero l’ iniziativa che il prof. Nisticò di riproporre al Papa una figura a volte
tormentata ma sicuramente complessa, che ancora può dirci tanto per le geniali
intuizioni ispirate che ha avuto; una figura sicuramente meritevole di ulteriori
studi e approfondimenti. Il Prof. Nisticò, con il suo amore Calabria, non
poteva tacere oltre la grandezza di questo personaggio e ha avuto il coraggio e
il merito di averlo riproposto all’attenzione parlandone proprio al Santo
Padre, cioè alla Chiesa intera di cui Gioacchino si è sempre proclamato figlio
ubbidiente. Auspichiamo che studi ulteriori facciano il loro corso e così
pure gli approfondimenti ecclesiastici al fine di poter venerare presto sugli
altari Gioacchino da Fiore.
Vincenzo Lista